Come ascoltare i sermoni-George Whitefield

George Whitefield

“Attenti, dunque, a come ascoltate” (Luca 8:18).

 

L’occasione in cui il nostro Signore proferì questo avvertimento era il seguente: molte persone provenienti da varie città si erano radunate per ascoltarLo, ed Egli sapeva che molti tra loro, o quasi tutti, erano meri uditori, e non facitori della Parola. Egli disse loro una parabola, nella quale, nella figura del seminatore che esce a piantare dei semi, fece intendere quante poche di quelle persone avrebbero ricevuto alcun beneficio spirituale dall’ascoltare la Sua dottrina, portando del frutto.

Si potrebbe immaginare che tale racconto sia stato chiaro e ovvio; ma i discepoli, non essendo ancora stati del tutto illuminati dallo Spirito Santo, non riuscivano a comprendere i misteri nascosti del regno di Dio, si rivolsero al nostro Salvatore nel modo in cui la gente dovrebbe fare con i ministri della Parola: lo chiamarono in disparte e gli chiesero quale fosse il significato dell’insegnamento che aveva impartito alla folla; e con un sincero desiderio di fare il proprio dovere, gli domandarono quale fosse l’interpretazione della parabola.

Il nostro benedetto Signore, sempre disposto a istruire coloro che vogliono imparare da Lui (Egli è qui un esempio per i Suoi ministri affinché, come Lui, siano gentili e disponibili), spiegò loro la parabola. E, affinché essi prestassero in futuro più attenzione e serietà verso la Sua dottrina, disse loro che essi erano la luce del mondo, e che avrebbero dovuto gridare sui tetti ciò che ora ascoltavano in segreto. E dal momento che imparare dal Signore era l’unico modo perché fosse loro impartita questa conoscenza, era importante che fossero “attenti a come ascoltavano”.

Dal contesto, dunque, appare che le parole furono pronunciate inizialmente agli apostoli. Ma temo che, come delle molte migliaia di persone che accorsero ad ascoltare i sermoni, solo poche ritennero quegli insegnamenti che influenzarono il loro modo di vivere, non posso fare a meno di ritenere necessario ricordarvi dell’avvertimento del nostro Signore ai Suoi discepoli, ed esortarvi di vero cuore a fare “attenzione a come ascoltate”.

Desidero ora, come prima cosa, dimostrare che tutti devono approfittare di ogni opportunità di ascoltare la predicazione della Parola di Dio. E come seconda cosa, voglio parlarvi di alcune precauzioni e istruzioni da seguire per trarre benefici dall’ascolto dei sermoni.

Che ci siano sempre state persone scelte da Dio per istruire ed esortare il Suo popolo affinché mettesse in pratica la Sua volontà, è evidente da molti passaggi della Scrittura. Nel libro di Giuda leggiamo: “per loro profetizzò anche Enok, il settimo da Adamo, dicendo: ‘Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per far giudizio'” (Giuda 14-15). E Noè, che visse non molto tempo dopo, viene definito da Pietro come “predicatore di giustizia”. Ma nel periodo di tempo intercorso tra il diluvio e il conferimento della Legge, notiamo solo pochi predicatori, e ne possiamo dunque dedurre che Dio non ha mai lasciato se stesso senza testimonianza (cfr. Atti 14:17), ma nei vari periodi e in molti modi, ha parlato ai nostri padri tramite i patriarchi e i profeti.

Ma comunque stessero le cose prima, vediamo che dopo il conferimento della Legge, Dio si è sempre riservato degli uomini che insegnassero e al tempo stesso pregassero per il Suo popolo; e comandando loro di svolgere il proprio dovere come sacerdoti del Signore. E sebbene gli ebrei fossero spesso condotti in cattività, e per i loro peccati venissero sparpagliati sulla faccia della terra, Dio non abbandonò mai del tutto la Sua chiesa, ma lasciò ancora un residuo di profeti e predicatori, come Ezechiele, Geremia, Daniele, e altri, affinché riprovassero, istruissero, e chiamassero a ravvedimento il popolo.

Così accadeva sotto la Legge. E la chiesa non è stata curata peggio, ma al contrario, infinitamente meglio sotto il Vangelo. Poiché Gesù Cristo, il magnifico gran Sacerdote, tramite lo Spirito eterno e santo offerse se stesso come sacrificio completo, perfetto e sufficiente per la remissione dei peccati di tutta l’umanità e, dopo la Sua risurrezione, ogni potestà gli fu data in cielo e sulla terra (cfr. Matteo 28:18); ed Egli ha comandato ai Suoi apostoli, e quindi con loro a tutti i Suoi ministri che sarebbero seguiti nel tempo fino ad oggi, di andare per tutto il mondo e predicare l’evangelo a ogni creatura (cfr. Marco 16:15), promettendo di essere con loro per guidarli, assisterli, fortificarli, e confortarli sempre, fino alla fine dei tempi (cfr. Matteo 28:20).

Ma se predicare è il dovere di tutti i ministri (e guai a chi tra loro non predica il Vangelo, poiché questo è richiesto loro dal Signore), senza dubbio il popolo è obbligato ad ascoltare tali predicazioni; poiché, altrimenti, per quale motivo i ministri sarebbero stati chiamati a predicare?

E come possiamo non ammirare l’amore e le cure amorevoli che il nostro caro Redentore ha espresso verso la Sua sposa, la chiesa? Poiché, non potendo Egli essere sempre con noi in persona, ed essendo per noi conveniente che ci lasciasse per andare in cielo a prendere possesso della gloria da Lui acquistata col Suo prezioso sangue, non ci ha lasciati senza consolazione, ma ha stabilito un numero sufficiente di pastori e insegnanti. E inoltre, secondo la Sua promessa, mandò e continuerà a far scendere lo Spirito Santo sui credenti, per dare a loro e ai loro successori doni e grazia “per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo” (Efesini 4:12-13).

Oh quanto insensibili sono quelle persone che hanno a disposizione questi doni ineffabili, ma disprezzano lo Spirito della grazia, crocifiggendo di nuovo il Figlio di Dio ed esponendolo ad infamia, in quanto rifiutano volontariamente di essere fatti partecipi di questi grandi mezzi di salvezza! Quanto terribile sarà la fine di tali uomini? Quanto è grave il fatto che, pur essendo venuta la Luce nel mondo, e la buona notizia della salvezza, così frequentemente proclamata in questa popolosa città, così tanti disprezzino questa manna spirituale, questo cibo divino, definendolo “un cibo troppo leggero”! Quanto più tollerabile sarà la sorte di Tiro e di Sidone, di Sodoma e Gomorra, rispetto a quella di tali peccatori? Sarebbe stato meglio che tali uomini non avessero mai sentito parlare della nascita di un Salvatore, piuttosto che, dopo aver ascoltato, non prestare attenzione ai ministri che sono ambasciatori di Dio.

Possiamo prevedere, anche senza uno spirito di profezia, la deplorevole fine di costoro: eccoli gettati nell’inferno, eccoli alzare gli occhi, nel loro tormento, e gridare: “Quante volte i nostri ministri hanno cercato di raccoglierci, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali? Ma noi non abbiamo voluto. Oh se avessimo badato in quei giorni alle cose eterne piuttosto che a quelle materiali! Ma ora esse sono per sempre tenute nascoste ai nostri occhi”. Tanto infelice, tanto incredibilmente miserabile, sarà la fine di chi prende alla leggera o deride la predicazione del Vangelo.

La seconda cosa che mi ero proposto di fare, è darvi alcune istruzioni e precauzioni affinché possiate ascoltare i sermoni con profitto.
E qui, se riflettiamo su quanto abbiamo già detto, e consideriamo che la predicazione è una prescrizione di Dio, un mezzo designato da Gesù Cristo stesso per l’avanzamento del Suo regno tra gli uomini, non vi offenderete se, per spronarvi ad accettare l’importanza dell’ascoltare i sermoni con serietà e attenzione, vi consiglio e vi imploro di ascoltarli, non per curiosità, ma con un sincero desiderio di conoscere quale sia il vostro dovere e metterlo in pratica.

Il formalismo e l’ipocrisia in qualunque esercizio religioso sono un’abominazione agli occhi del Signore. Ed entrare nella Sua casa solo per “prurito d’udire”, e non per vedere i nostri cuori trasformati, certamente dispiace all’Iddio Altissimo, e inoltre non reca alcun beneficio a noi stessi.

Ecco, dunque, il motivo per cui così tanti rimangono inconvertiti, non cambiati dalla predicazione dell’evangelo; così facevano i compagni dell’apostolo Paolo, prima della sua conversione: ascoltavano la voce del predicatore solo con le orecchie, ma non ne sperimentavano la potenza nei loro cuori. O, come il suolo dove si trovava il vello di Gedeone rimase asciutto, così essi non ne sono toccati; mentre altri, che vengono per essere nutriti col latte sincero della Parola, come il vello stesso, sono annaffiati con la rugiada della benedizione divina del Signore, e mediante essa crescono.

Fuggite dunque, miei cari, fuggite la curiosità, e preparate i vostri cuori mediante un’umile disposizione, per ricevere con umiltà la Parola inculcatavi, e mediante la quale Iddio può vivificarvi, fortificandovi, purificandovi, e salvando le vostre anime.

Un secondo consiglio che desidero darvi per lo stesso motivo è quello di non solo preparare i vostri cuori prima di ascoltare, ma anche di prestare diligentemente la dovuta attenzione alle cose dette, tratte dalla Parola di Dio.

Se un re umano decretasse mediante un proclama reale la vita o la morte dei suoi soggetti, in base all’esecuzione o alla mancata esecuzione delle condizioni in esso contenute, quanto sarebbero solleciti quegli uomini nell’ascoltare le condizioni scritte nel decreto? E non avremo noi rispetto per il Re dei re, il Signore dei signori, e non presteremo orecchio facendo attenzione alla predicazione dei Suoi ministri, quando essi dichiarano, nel Suo nome, in che modo possiamo ottenere il perdono, la pace, e la gioia?

Quando Dio discese sul monte Sinai nella Sua tremenda maestà, per dare al Suo popolo la Legge, quanto furono attenti quegli uomini a Mosè, il servo di Dio? E se essi furono tanto solleciti nell’ascoltare i tuoni e le minacce della Legge, quanto più dovremmo esserlo noi nell’ascoltare dai ministri di Cristo le buone notizie del Vangelo!

È scritto che mentre Cristo era fisicamente qui in terra, il popolo accorreva ad ascoltarlo predicare e pendeva dalle Sue labbra. E se considerassimo i ministri come dovremmo, cioè come messaggeri inviati da Gesù Cristo, dovremmo allo stesso modo ascoltare loro.

Inoltre, le sacre verità insegnateci dal Vangelo non sono sterili, insipide letture di filosofia morale, il cui scopo è meramente di intrattenerci per un po’; bensì, sono i grandi misteri della devozione, che, dunque, siamo tenuti a rassomigliare e a osservare, sempre che per la nostra negligenza non riusciamo a comprenderli o ad afferrarli.

Ma quanto indifferenti sono quelli che, mancando di tale comprensione, anziché ascoltare gli insegnamenti dei ministri, sonnecchiano o dormono mentre essi parlano da parte di Dio? O infelici! Non riescono a vegliare con i nostro benedetto Signore per un’ora sola? Cosa! Non hanno mai letto di come Eutico, assopitosi per la lunghezza della predicazione di Paolo, cadde al suolo e venne raccolto morto (cfr. Atti 20:9) ?

Ma torniamo al discorso di prima. Sebbene possiate preparare i vostri cuori con quella che pensate essere una buona disposizione d’animo ad imparare, ed essere attenti durante la predicazione, ciò non vi gioverà a molto se non osservate una terza raccomandazione, che è quella di non nutrire pregiudizi verso il predicatore.
Poiché anche se il ministro parlasse le lingue degli uomini e degli angeli, se il suo auditorio ha dei pregiudizi verso di lui, egli sarebbe solo “un rame risonante o uno squillante cembalo”.

Ero questo il motivo per cui Gesù Cristo stesso, la Parola Eterna, non poté compiere molte opere potenti, né predicare con potenza, tra quelli della sua città; poiché essi erano nutrivano dubbi e pregiudizi verso di lui. E se lo stesso Gesù, Dio incarnato, scendesse dai cieli in terra a parlare come nessun uomo parlò mai, se nutrissimo dei pregiudizi verso di Lui come gli ebrei di allora, induriremmo il nostro cuore proprio come fecero gli ebrei.

Fate attenzione, dunque, miei fratelli e sorelle, e badate a non nutrire pensieri di disprezzo verso coloro che lo Spirito Santo vi ha dato come guide. Considerate che i ministri sono uomini sottoposti alle vostre stesse passioni; e quand’anche dovessimo sentire qualcuno insegnare agli altri il loro dovere, senza essere egli stesso il primo a praticarlo, non c’è alcun motivo né scusa per rigettare quegli insegnamenti: poiché i ministri parlano non per se stessi, ma nel nome di Cristo. E noi sappiamo chi ha comandato agli uomini di fare tutto quello che gli Scribi e i Farisei avrebbero insegnato loro, sebbene essi stessi non mettessero in pratica quello che dicevano.

Ma, come quarta cosa, se è vero che non dovete avere pregiudizi contro i predicatori, neppure dovete dipendere troppo da loro, o avere di loro un concetto più elevato di quello che dovete averne. Poiché questo è un estremo nel quale spesso la gente cade: preferire un insegnante rispetto a un altro è spesso stato causa di amare conseguenze nella chiesa di Dio. Era una colpa per la quale l’apostolo dei Gentili rimproverò i Corinzi: “Quando uno dice: ‘Io sono di Paolo’; e un altro: ‘Io sono d’Apollo’; non siete forse uomini carnali? Che cos’è dunque Apollo? E che cos’è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro” (1 Corinzi 3:4-5). Tutti i ministri non sono forse inviati come ambasciatori a quelli che saranno eredi della salvezza? E non sono dunque tutti da stimare per l’opera che devono compiere?

L’apostolo, è vero, ci comanda di reputare degni di doppio onore i ministri che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento (cfr. 1 Timoteo 5:17): ma preferire un ministro a un altro (forse, in alcuni casi, come vi sarà capitato di entrare in una chiesa e di uscirvene a causa del modo di predicare) è carnale, sensuale, diabolico.

Senza parlare poi della popolarità e degli applausi, che non possono essere altro che estremamente pericolosi, anche per un cuore puro e devoto; e ciò deve giustamente riempire ogni uomo retto di una santa gelosia, affinché egli non prenda quegli onori per se stesso, ma li renda solo Dio, al quale soltanto sono dovuti, poiché Egli è colui che guida l’opera dei Suoi ministri, ed è da Lui che vengono ogni donazione buona e perfetta.

Un’altra raccomandazione che voglio darvi è di fare particolare attenzione a ogni cosa che viene ministrata ai vostri cuori.
Quando il nostro Salvatore, in occasione dell’ultima cena, discorreva con gli amati discepoli su chi l’avrebbe tradito, immediatamente ciascuno di loro applicò quella parola al proprio cuore e Gli chiese: “sono forse io, Signore?” (Matteo 26:22). E se le persone, quando i predicatori cercano di dissuaderli dal commettere peccati o di persuaderli a compiere il loro dovere, invece di gridare che tali insegnamenti sono rivolti ad altre persone e non a loro stessi, piegassero i loro cuori e dicessero: “sono forse io, Signore?”, quanti benefici porterebbero nelle loro vite tali predicazioni, rispetto a quanto siamo abituati a vedere!

Ma noi siamo inclini ad allargare troppo il discorso; indichiamo sempre la pagliuzza nell’occhio del nostro vicino, piuttosto che alla trave che è nel nostro occhio.

Ed eccoci ora all’ultima raccomandazione. Se desiderate ricevere una benedizione dal Signore quando ascoltate la predicazione della Sua Parola, pregate il Signore, sia prima, che durante, e dopo ogni sermone, affinché Egli rivesta di potenza la predicazione del ministro, e affinché Egli vi conceda la volontà e la capacità di mettere in pratica quello che Egli vi mostrerà tramite la predicazione della Sua Parola.

Questo sarebbe un mezzo eccellente per rendere la parola predicata efficace per illuminare e infiammare i vostri cuori; e senza di esso, tutte le altre raccomandazioni descritte prima saranno inutili.

Senza dubbio fu questa considerazione che rese l’apostolo Paolo tanto fervido nell’implorare i suoi amati fratelli e sorelle di Efeso affinché intercedessero presso Dio per lui: “Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi, e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo” (Efesini 6:18-19). E se un grande apostolo come Paolo aveva bisogno di preghiere da parte dei suoi fratelli, molto di più ne necessitano quei ministri che hanno solo i comuni doni dello Spirito Santo.

Inoltre, questa sarebbe una buona prova del fatto che sinceramente desiderate mettere in pratica, e non solo conoscere, la volontà di Dio. E sarebbe di grande beneficio sia ai ministri che al popolo dei credenti; poiché Dio, attraverso le vostre preghiere, darà loro una doppia porzione del Suo Santo Spirito, ed essi avranno così la capacità di istruirvi pienamente nelle cose che riguardano il regno di Dio.

O voi tutti che mi ascoltate quest’oggi, se solo voleste seriamente disporre i vostri cuori a mettere in pratica quello che vi ho detto! I ministri vedrebbero satana cadere dai cieli come una folgore, e la gente ascolterebbe una parola predicata con potenza, come una spada a due tagli, potente, tramite la forza di Dio, ad abbattere le roccaforti del diavolo!

Allora lo Spirito Santo cadrebbe su tutti coloro che ascoltano la predicazione della Parola, come accadde durante la predicazione dell’apostolo Pietro; il Vangelo di Cristo non sarebbe impedito, ma si diffonderebbe rapidamente, e a migliaia si convertirebbero mediante un singolo sermone.

Poiché “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8). Egli ha promesso di essere sempre con i Suoi ministri, fino alla fine dei tempi. E il motivo per cui non riceviamo una effusione maggiore dello Spirito benedetto di Dio, non è che la mano del nostro onnipotente Redentore si è accorciata, ma che noi non aspettiamo questa potente effusione, e pensiamo ad essa come a una cosa che si verificava solo ai tempi dei primi apostoli.

A volte accade che Dio, per magnificare la Sua grazia gratuita in Cristo Gesù, si faccia trovare da coloro che non Lo cercano; un noto peccatore viene convertito ascoltando una predicazione, ed è salvato come un tizzone strappato dal fuoco. Ma questo non è il comune modo di agire di Dio; no, poiché per la maggior parte delle volte, Egli visita solo quelli che si rivolgono alla Sua Parola, e attendono con umiltà di sapere da Lui cosa debbono fare; mentre gli uditori non sinceri sono mandati via non solo vuoti, ma induriti.

Fate attenzione, dunque, noncuranti, curiosi, formalisti, se ve ne sono quest’oggi, a come ascoltate. Ricordate che, che ci crediate o meno, tutti “dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo” (2 Corinzi 5:10), dove i ministri dovranno rendere conto delle dottrine che avranno predicato, e con la stessa severità voi dovrete rendere conto di come le avrete messe in pratica nella vostra vita. E, buon Dio! Come farete a resistere davanti al tribunale dell’ira di un Giudice che odia il peccato, e vedere come le molte predicazioni che avete ignorato o disprezzato, e i tanti ministri che una volta desideravano e operavano per la salvezza delle vostre preziose anime immortali, sono ora tenuti come testimoni contro la vostra negligenza? Credete che sarà sufficiente allora, dichiarare che siete andati a sentirli solo per curiosità, per passare un’ora di tempo libero, per ammirare l’oratorio, o per denigrare la semplicità del predicatore? No; Dio vi dirà allora che avete camminato secondo principi carnali; che ogni sermone vi è stato messo in conto per non averlo applicato alla vostra vita, e per questo motivo sarete giustamente puniti.

Ma non temete voi, piccolo gregge, voi che invece ricevete con umiltà la Parola che vi è stata data, e portate i pacifici frutti della giustizia; poiché non sarà così per voi. No, voi sarete la gioia dei vostri ministri, e la loro corona di allegrezza nel giorno del nostro Signore Gesù: ed essi vi presenteranno in santo trionfo, senza difetti, e irreprensibili, al nostro Redentore, dicendo, “Eccoci, o Signore: noi, e i figli che tu ci hai dati”.

Ma anche voi, fate attenzione a come ascoltate: poiché crescendo nella grazia voi avete, e ancora vi verrà dato, e sarete nell’abbondanza (cfr. Luca 8:18). “Fedele è colui che ha fatto le promesse” (Ebrei 10:23). Il Signore vi benedirà così abbondantemente, che ogni sermone che udrete vi comunicherà una fresca riserva di sapienza spirituale. La Parola di Dio abiterà in voi riccamente; andrete di forza in forza, di grazia in grazia, fin quando sarete cresciuti per essere uomini e donne perfetti in Cristo Gesù e, ripieni di tutta la pienezza di Dio, sarete trasportati dalla morte a vedere Colui che è, e a cantare lodi presso il Suo trono con angeli e arcangeli, cherubini e serafini, e con tutta l’adunanza dei santi credenti, i cui nomi sono scritti nei cieli, per l’eternità.

Concedicelo, o Dio, nella Tua infinita misericordia, per mezzo di Cristo Gesù il Signore. Amen.

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