DA CUBISTA A FIGLIO DI DIO

Il mio nome è Maurizio, ho 30 anni e sono felice di raccontarvi come Dio ha

cambiato completamente la mia vita, conquistandomi con il Suo amore e

strappandomi dalle fiamme eterne dell’inferno.

Vivo in una famiglia molto unita e sono il quarto di sei figli. I miei genitori mi hanno

sempre dato degli insegnamenti sani, ma purtroppo essendo cresciuto in un quartiere

frequentato da ragazzi con un grado di cultura medio – basso ho trascorso la mia

adolescenza conformandomi a loro.

Finite le scuole, decisi di lavorare nell’azienda di famiglia e questo mi portò lontano

da quegli amici.

Successivamente, cominciai a frequentare un ragazzo che aveva amici di un certo

livello sociale e così conobbi una nuova realtà: quella della bella vita e delle belle

donne.

Ben presto divenni la disperazione dei miei genitori perché facevo l’opposto di tutto

quello che mi dicevano e i loro consigli erano da me sempre inascoltati.

Comincia a curare particolarmente il mio aspetto esteriore; passavo il mio tempo

libero nei centri d’estetica per avere il mio corpo abbronzato in ogni stagione. Il mio

look era particolarmente curato e il mio guardaroba era sempre rinnovato. Ma non mi

accorgevo che fin da quell’età, il peccato stava insinuandosi sempre di più nella mia

vita. Diventai maggiorenne e ormai avevo fatto passi da gigante: una buona parte

della città mi conosceva e questo mi riempiva d’orgoglio.

Un mio amico, aveva un cugino proprietario di una discoteca e una sera c’invitò nel

suo locale; da allora cominciarono i miei guai. Ebbi la prima di una lunghissima serie

di sbronze: l’alcool divenne il mio “intimo amico”.

Ironia della sorte, in quella discoteca insieme al mio amico fui assunto come

animatore. Le mie notti erano spese in questo locale, dove l’alcool scorreva a fiumi

nelle mie vene e nella mia testa.

Di lì a poco, entrai a far parte di un nuovo gruppo di animatori con i quali cominciai

a frequentare le discoteche della provincia di Bari e di Lecce. La chiamata al servizio

di leva non interruppe la mia avventura, anzi, ebbi ancora di più la possibilità, lontano

da casa, di potermi librare come un volatile.

Ballare su un cubo, mentre tutti mi osservavano e mi imitavano, mi metteva addosso

una certa “emozione” che aumentava con l’uso di alcool e di droghe.In breve tempo

raggiunsi una certa notorietà al punto tale che nei vari locali notturni avevo il mio

camerino personale.

La mia esperienza come animatore nelle discoteche ebbe fine quando dopo un giro

fra Rimini e Bologna, una parte del gruppo del quale facevo parte, cominciò a fare

delle esperienze troppo “ravvicinate” con allucinogeni ed l’ecstasy: questo spaventò

me ed anche altri elementi del gruppo e decidemmo di lasciar stare quella vita così

spericolata. Ma ancora non riuscivo a capire che quello che il mondo mi offriva erano

vetri spacciati per diamanti. Il peccato continuava ad avvolgermi e anche se

quell’esperienza era stata archiviata, continuai a “spendere soldi per ciò che non era

pane e il frutto delle mie fatiche per ciò che non mi saziava”.

Conobbi una ragazza la quale cercava in tutte le maniere di tenermi lontano da

certi ambienti, ma con scarsi risultati, perché anche stando con lei, le mie sbronze

continuavano, al punto che una sera in auto con degli amici bevemmo così tanto da

perdere letteralmente conoscenza e fummo risvegliati da una guardia notturna

preoccupata per averci visto riversi sui sedili dell’auto.

Il mio stato interiore era pietoso e anche quello fisico non era da meno, perciò

cercavo sempre di curarlo con le varie lampade abbronzanti, creme e via di seguito. I

miei ideali erano sempre gli stessi: avere tanti soldi in tasca, belle macchine, amicizie

di un certo livello, in pratica una vita vissuta in apparenza nei migliori dei modi.

Dopo quasi tre anni passati intensamente con quella ragazza, mi ritrovai durante

l’estate ancora una volta per delle scelte sbagliate a perdere tutto, anche lei.

La mia posizione economica cresceva sempre più, poiché essendo cintura nera di

Karatè cominciai a lavorare in discoteca non più come cubista, ma come Body guard.

Ma tutto ciò mi portò ancora di più ad inorgoglirmi e ad essere più aggressivo di

quanto non lo fossi al punto che una sera fui protagonista di una rissa; cominciai a

colpire senza considerare chi avessi di fronte. Alla fine della rissa, gli amici dovettero

nascondermi perché avevo usato violenza a gente della malavita locale e le

conseguenze potevano essere tragiche, ma io credo che già da allora una “mano”

particolare mi proteggeva.

Col passare degli anni cominciai a girare le località più in voga del momento e ricordo

che in una vacanza invernale a Tenerife mi feci il primo dei miei tatuaggi, perché

questo mi faceva sentire ancora più desiderato e invidiato dagli altri. Dopo alcuni

mesi, conobbi una ragazza con la quale decisi di convivere, sperando che

quell’esperienza avrebbe dato un senso alla mia vita. Ma un’altra tegola si abbatteva

su di me: tutto crollò anche la convivenza. Passai il tempo da solo nella mia casa,

isolato da tutti, cercando un valore nella mia vita. Una sera, decisi di uscire e mi

ritrovai in locale di musica jazz, dove ritrovai il mio amico con il quale avevo condiviso

le mie prime esperienze; fui attratto dal suo lavoro di barman e cercai in tutte le

maniere di apprendere l’arte del “miscelare”: divenni un ottimo barman.

Intanto, l’alcool, la cocaina e il sesso stavano consumando la mia vita. Le serate

erano tutte uguali, si cercava in tutte le maniere di soddisfare i propri istinti a

discapito del mio riposo notturno: pensavo che questa era “vita”. Con quello che

guadagnai in quel periodo acquistai una moto e cominciai a partecipare ai moto –

raduno; ciò mi dava la possibilità di conoscere ancora più gente. Ma tutto ciò non

appagava la mia vita. Decisi che forse era il momento giusto per mettere la testa a

posto e cercare una ragazza con cui poter condividere la mia vita in maniera

regolare, dando un taglio alla dissolutezza che mi circondava.

Conobbi una ragazza e me ne innamorai: trascorremmo dei mesi insieme e ad un

certo punto decidemmo di sposarci. Ma di lì a poco sarebbero cominciati i mesi più

neri della mia vita, perché anche questo fu un fallimento e decidemmo di troncare il

nostro rapporto. Mi ritrovai ancora una volta solo senza riuscire a comprendere come

potessi trovarmi in una situazione assurda, di angoscia e di depressione. Non

dormivo più la notte, non mangiavo più e il mio peso corporeo scese di sette chili in

breve tempo.

Una sera delle solite, trascorse a fissare il vuoto, ebbi una crisi di pianto: disperato,

raggiunsi la stanza di mia sorella e la svegliai cercando il suo aiuto. La sua risposta

fu diversa da quella che mi aspettavo: volevo essere confortato, pensavo che mi

avrebbe incoraggiato, consolato, fortificato, ma seraficamente mi disse che c’era

Qualcuno che poteva aiutarmi e dare il senso alla mia vita. Questo Qualcuno era

Gesù. Mia sorella mi presentò il piano salvifico di Dio ed alla fine chinammo il nostro

capo e invocammo il nome meraviglioso di Cristo Gesù. La Sua risposta non tardò,

perché in quel momento realizzai la Sua presenza, il perdono dei miei molteplici

peccati e feci l’esperienza della nuova nascita.

Da quel giorno, Cristo Gesù è venuto ad abitare nel mio cuore ed a regnare nella mia

vita. Avevo fatto tante scelte sbagliate, ma posso garantirvi che da quel momento in

poi, Gesù ha cominciato a guidare la mia vita e continua ancora oggi a farlo con il

suo Santo Spirito.

Nell’Aprile di quest’anno mi sono battezzato in acqua ubbidendo al comandamento

di Gesù.

Un giorno, ballando su un cubo ero al centro dell’attenzione di tutti ma oggi

desidero che Gesù possa del continuo essere innalzato, glorificato e benedetto. Ora

Lui è al centro della mia vita e desidero che Gesù cresca in me e io diminuisca.

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