SE PACE QUAL FIUME

Il 22 novembre 1873, Anna Spafford si trovava ritta in piedi, accanto alle sue 4 figlie, sul ponte della nave francese Ville du Havre, che stava affondando.
Soltanto pochi minuti prima, in una notte stellata, la nave inglese Lochearn era entrata in collisione con il piroscafo francese.
Dall’impatto all’affondamento passarono solamente 12 minuti.
226 persone trovarono la morte, 87 sopravvissero.
La giovane madre e le sue bambine, di età comprese tra i 2 e gli 11 anni, si diressero immediatamente verso una delle scialuppe di salvataggio.
Sulla nave regnava il panico.
Mentre ella correva cercando di superare la folla, esitò un momento, e si fermò: “Sono pronta ad incontrare queste persone un giorno, davanti a Dio, se io e le mie bambine occupiamo il posto di coloro che potrebbero avere ancora un’altra occasione di udire la predicazione dell’Evangelo”?
In quel momento l’albero di maestra si abbatté con fracasso sulla scialuppa di salvataggio che esse stavano per prendere, causando la morte di tutti quelli che vi erano appena entrati.
La nave cominciò ad andare in pezzi.
Annie, la figlia più grande, aiutò la madre e Tanetta, la bimba più piccola, che stava aggrappata al collo della madre.
Bessie, la penultima, e Maggie, la seconda, stavano in silenzio aggrappate alle ginocchia della mamma.
Maggie, rivolgendosi alla mamma le disse: “Mamma, Dio si prenderà cura di noi”.
Annie aggiunse: “Non aver paura, mamma. Il mare appartiene a Dio; lo ha creato Lui”.
Mentre diceva queste parole il mare le inghiottì.
L’ultimo ricordo di Anna Spafford è quello della piccola bimba che la forza delle acque le aveva strappato violentemente dalle braccia.
Un relitto galleggiante s’infilo sotto il suo corpo privo di sensi, spingendola in superficie, dove una scialuppa la raccolse.
Le sue bambine, però, non c’erano più!
La sua prima reazione fu di assoluta disperazione.
Poi ebbe la sensazione che una voce dentro di sé le parlasse: “Sei stata salvata per uno scopo”.
Allora le venne in mente il consiglio di un’amica: “E’ facile essere riconoscenti quando tutte le cose vanno bene, ma stai attenta a non esserlo soltanto nella buona sorte”.
Nove giorni più tardi raggiunse Cardiff, nel Galles, e mandò questo telegramma al marito, avvocato, che si trovava a Chicago: “Sopravvissuta da sola”.
Il marito prese immediatamente una nave che lo avrebbe portato in Europa, per raggiungere la moglie.
Una notte il capitano di quella nave lo chiamò nella propria cabina privata dicendogli: “Da un esame effettuato, credo che ora stiamo attraversando proprio il luogo in cui si è inabissato il piroscafo francese.
Qui il mare è profondo circa tre miglia”.
Horatio Spafford ritornò nella sua cabina, e su quelle acque profonde, quella notte, vicino al luogo in cui erano morte le sue bambine, scrisse quel bellissimo inno, che più tardi fu messo in musica da P.P.Bliss: “Se pace qual fiume m’inonda dal ciel, o il duolo si abbatte su me. Qualunque la sorte, ripeter potrò: Oh mio cuor calmo sta in Gesù. Oh mio cuor, calmo sta, sta sereno al sicuro in Gesù. Se sono tentato da prove e dolor certezza infinita sei Tu. Dal mal, dal peccato redento io son per il sangue che hai sparso Gesù. Or vivere è Cristo, sol Cristo per me, se anche il Giordan passerò, non temo la morte, la prova, il dolor. Sempre pace godrò in Gesù. Ma il tuo ritorno Signore bramiam, non morte ma gloria attendiam. Oh, angelica voce, oh, tromba dal ciel, oh, beata speranza in Gesù”.
A volte pensiamo, sbagliando, che la vita cristiana debba procedere immune da disastri, pericoli e dolori, e che non debba certamente capitare una vicenda come quella di Anna ed Horatio Spafford.
Tuttavia naufragi, incidenti, uragani, terremoti, malattie colpiscono i credenti insieme a quelli che non conoscono il Signore.
In che modo reagiamo di fronte a tali perdite, disastri e difficoltà?
Quale situazione difficile cerca di prendere il sopravvento sulla nostra fede?
OH MIO CUOR, CALMO STA! STA SERENO AL SICURO IN GESÙ!
Dio ti benedica

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