UN CIECO CHE GUIDA UN ALTRO CIECO !!!!!!!

Disse loro anche una parabola: Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. 
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Questo dice Gesù. Se è evidente che un cieco non può guidare un altro cieco, è necessario chiederci: chi non è cieco? chi è colui che ci vede?
A mio parere non è cieco colui che conosce se stesso e riconosce i propri limiti, perché nessun uomo è giusto davanti a Dio. NON C’E’NESSUN GIUSTO, TUTTI SONO PRIVI DELLA GLORIA DI DIO.
Chi riconosce questo può fare la strada con gli altri, SENZA GIUDICARE E SENZA SENTIRSI SUPERIORE.
Riconoscere ciò che siamo, pieni di limiti e di difetti, con onestà di fronte a Dio ci permette anche di vivere relazioni pacifiche ed equilibrate con gli altri.
Leggevo proprio di un’antica storia latina che noi portiamo due ceste:una sulla schiena con i nostri difetti, una davanti con i difetti degli altri. In questo modo noi abbiamo sempre davanti i difetti dei fratelli, ma non vediamo i nostri, per questo giudichiamo facilmente.
Allora cosa dobbiamo fare? Riconoscere ciò che siamo! Dio ha operato in noi e per noi, il SUO AMORE ci cambia, ci migliora.
In qualunque età della vita c’è un cammino da fare, con verità, santità, per non cadere nell’ipocrisia e per poter riconoscere che solo insieme si cresce anche nella fede e ci si può correggere a vicenda,ma è una regola da applicare in qualsiasi rapporto: famigliare, coniugale, sociale, lavorativo ed ecclesiale.
Alla luce di ciò nessuno sarà più cieco, ma si lascerà guidare da quello che la Parola dice, da quello che Gesù insegna.

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