IL NOSTRO COMPORTAMENTO

“In passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce” (Efesini 5:8).
Il comportamento dell’uomo potrebbe essere definito: “la finestra dell’anima”.
Non è la maniera con cui reagiamo quando abbiamo avuto abbastanza tempo per riflettere riguardo ad una situazione, bensì la maniera in cui lo facciamo quando non abbiamo tempo di pensare e possiamo dare solo una risposta.
Di solito, le circostanze che si presentano durante un normale giorno di lavoro non ci modellano, tantomeno ci distruggono; ci rivelano semplicemente chi siamo.
Dedichiamo molto tempo ad imparare come reagire; così diventiamo bravi attori ma, quando si presenta qualcosa di inatteso e dobbiamo reagire rapidamente, la nostra ‘rappresentazione’ è quasi sempre messa da parte e la risposta viene dal nostro intimo.
In passato, William Sangster fu una figura pubblica molto amata in Inghilterra.
Molti però non sapevano che lui lottasse contro la distrofia muscolare progressiva.
Nonostante la sua malattia avanzasse, lui servì correttamente e con spirito nobile, dimostrando un comportamento positivo e vincente, al punto di essere noto in tutto il mondo di lingua inglese per ciò che lui definì:
“I miei quattro propositi”
– Non mi lamenterò mai;
– Farò splendere sempre la Sua luce;
– Testimonierò delle mie benedizioni;
– Trasformerò le mie perdite in profitti.
Qualcuno ha detto:
“Sono convinto che il 10% della vita è ciò che mi accade, ma il 90% è come reagisco io a tutto questo”.
Siamo responsabili del nostro comportamento! Ci hai mai pensato?
Joni Eareckson è stata il modello ispiratore di un’intera generazione di cristiani.
Nel 1967, all’età di 17 anni, si ruppe il collo facendo un tuffo.
Quando i suoi amici andarono a trovarla in ospedale furono sconvolti dall’atrocità del suo aspetto.
Quando seppe che non sarebbe mai più stata in grado di usare le braccia e gambe e che avrebbe dovuto dipendere totalmente dagli altri, Joni desiderò morire.
La sua fede la portò a confrontarsi con domande difficili: “Perché Dio ha permesso questo? Mi guarirà, se avrò abbastanza fede?”.
Alla fine Dio utilizzò Joni per raggiungere decine di migliaia di persone, attraverso i suoi libri, tramite il film tratto dalla sua vita e grazie al suo ministero con i disabili.
Niente di tutto ciò sarebbe successo se l’incidente non fosse avvenuto.
In un’intervista, 25 anni più tardi, Joni affermò: “Immagino che sia per questo che non mi importa di stare su una sedia a rotelle e di rassegnarmi alla sofferenza. Se significa garantire l’entrata nel regno di Dio a più persone, affinché diventino parte della Sua famiglia, tutto acquista un senso. Soffrire senza un fine, soffrire per nulla…questo sarebbe doloroso“.
Ripeto la domanda: “Siamo responsabili del nostro comportamento! Ci hai mai pensato“?

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