VERI SERVITORI DI DIO

 

Quando sei persuaso della tua chiamata, non hai l’esigenza di attaccarti a un pulpito, perché non è il pulpito che fa di te un ministro di Dio, ma è il desiderio di donarti agli altri a renderti tale. Donarsi agli altri significa dare tutto sé stessi agli altri, dal capello in testa alla pianta del piede.

Chi ambisce al pulpito per sé stesso e non al donarsi agli altri per Dio, è solo qualcuno che vuole mettere in mostra uno o più capacità oratorie acquisite nel tempo (anche molto persuasive) e con l’esperienza.
Mosè non ambì mai al pulpito, ad esempio, e questo fece di lui “l’uomo più mansueto e umile” del suo tempo.

Sei hai una chiamata, per Dio sei qualcuno anche quando non vieni ascoltato né creduto da nessuno. Spesso, alcuni miei critici mi dicono: “Daniele, chi ti credi di essere? Non sei convincente e dici un mucchio di emerite cretinate” (ho parafrasato una serie di insulti in maniera leggibile). Siccome l’attacco viene formulato generalmente con le stelle parole (e a me pare evidente che è il “medesimo spirito” ad ispirarle), io rispondo generalmente con la stessa affermazione: “Sinceramente, non sono in cerca di approvazioni umane né mi interessa essere persuasivo; mi interessa più che altro dire la verità anche a costo di non essere creduto”. Noi uomini siamo tenuti ad “annunciare”, ma a persuadere sarà lo Spirito Santo. Se intendi convincere gli altri, allora stai scavalcando quella che è l’opera dello Spirito Santo.

Se senti in cuore di fondare un’assemblea che porti il nome di Critsto e di essere come un padre per molti, è evidente che hai una chiamata apostolica; se senti in cuore di curare le anime, allora sei potenzialmente un pastore; se ami conversare con Dio e permettere a Lui di conversare con te, allora sei abbastanza sensibile per il ministero profetico (da non confondere con il “dono di profezia”); se hai la passione di conquistare anime per Dio, allora è chiaro che sei un evangelista; se ami lo studio e l’istruzione e vuoi metterla a disposizione per il regno, allora è chiaro che sei potenzialmente un insegnante (dottore).

Penso però sia utile fare delle precisazioni: Dio non infonde nella persona “il dono di essere uno dei 5 ministeri”, perché il dono non è il “ministero” ma la persona. Dio ha dato “alcuni” e “altri” (cioè persone) come ministri, non “cose”, perché se Dio avesse voluto dare “l’ufficio”, avrebbe infuso tutti gli “uffici” a tutte le persone e quindi non ci sarebbero stati discepoli. Essere Apostolo, Profeta, Evangelista, Insegnante o Pastore non è un dono elargito in una persona, ma è l’attitudine che una persona ha e che intende mettere a disposizione degli altri. Quando si ha questa attitudine, quando vuoi donarti agli altri, allora ecco che scopri di aver ricevuto la “chiamata” da Dio: devi solo capire in quale delle 5 chiamate sei coinvolto.

Il vero ministro è una persona che si dona agli altri, quindi il dono è la persona non l’ufficio, e donarsi agli altri significa che il ministro non si appartiene più solo per sé ma è anche degli altri. Ma ciò non significa che gli altri possano avere il diritto di fare di questo dono tutto ciò che gli pare, perché un conto è ricevere un oggetto di valore come dono, ad esempio un anello, un diamante, etc. e farne ciò che si vuole come buttarlo via, sostituirlo con altro gioiellame o custodirlo in una cassaforte, mentre, un conto è ricevere in dono non un oggetto inanimato che può essere usato anche come una merce di scambio, ma una persona preziosa, viva, vegeta, con sentimenti e carattere.

Perciò tratta bene le persone/doni umani che si offrono per te e per la Chiesa non per loro gloria ma per la gloria di Dio, e non disprezzarle. Perché disprezzarle significa disprezzare i doni che Dio dà alla Sua Chiesa. E chi disprezza le persone che si donano è un ingrato a Dio.

Shalom

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