TESTIMONIANZA (DI GUARIGIONE DA UN TUMORE) DELLA SORELLA SPECCHI.

 

Mi chiamo Nuccia Specchi e desidero darvi testimonianza personale di come il Signore Gesù ha operato nella mia vita guarendomi completamente da un terribile male.

Nel marzo del 1991 incominciai ad avere dei disturbi al fegato, andai dal medico che senza visitarmi mi disse che era una piccola insufficienza epatica. I disturbi però continuavano e nel mese di maggio i dolori erano diventati forti e mi ero gonfiata, allora ritornai dal medico che, dopo alcuni accertamenti, mi diagnosticò un‘epatite di tipo A. Le cure che il medico mi prescrisse non portarono ad alcun risultato, anzi, le cose peggiorarono: avevo anche la febbre. Venni ricoverata in ospedale, mi fecero esami approfonditi e mi rimandarono a casa dopo nove giorni, dicendo a mio marito di portarmi al mare dove sarei guarita, perché per loro era solo depressione. Ero a casa da solo otto ore che la febbre si alzò a 39 e 8 gradi, e non scese più; mi venne anche una sciatalgia che mi immobilizzò a letto. Dopo dieci giorni trascorsi in queste condizioni, venni portata in ospedale con l‘ambulanza. Questa volta, osservando bene i raggi, trovarono una pericardite al cuore. Iniziarono delle cure a base di cortisone e continuarono a farmi degli esami per scoprire che problema avevo al fegato. Dopo aver fatto TAC e biopsia mi diagnosticarono un linfoma maligno „non Ogichin“, localizzazione epatica, al quarto stadio, il peggiore esistente: per la medicina avevo solo sei mesi di vita. Tra me e mio marito c‘è sempre stato un accordo: se mi fossi ammalata di qualcosa di grave, doveva dirmelo, così mi sarei preparata per andare con il Signore.

Venni quindi a conoscenza della mia grave situazione, ma rimasi tranquilla: sapevo che tutti i fratelli delle varie chiese stavano pregando per me e questo mi faceva sentire protetta. Non mi sono mai ribellata a Dio, Lui è il padrone della mia vita e può disporne come Egli meglio crede, oggi come allora. Ero consapevole che Egli è l‘Onnipotente capace di intervenire in ogni situazione e poteva operare per me. Anch‘io pregavo per la mia guarigione, chiedevo almeno qualche altro anno di vita perché avevo due gemelli di tredici anni e desideravo essere loro vicina nel momento della crescita. Il giorno che iniziai il primo ciclo di chemioterapia, la dottoressa, vedendomi tranquilla, disse: „Oggi incominceremo la cura chemioterapica, nel suo caso sarà molto forte, le cadranno tutti i capelli. Avrà delle difficoltà ma cercheremo di andare avanti più tempo possibile“.

Io ringrazio il Signore che per grazia Sua sono rimasta sempre calma e fiduciosa in Lui, continuando a pregare e a ripetere a memoria il Samo 23. Una cosa molto bella per me è che non c‘è stato bisogno dello psicologo per prepararmi ad affrontare il male che avevo, un‘infermiera diceva che non mi rendevo conto della gravità della situazione. Ma il Signore era sempre vicino a me: quando dovevo fare qualche esame impegnativo o doloroso, pregavo e mi addormentavo. Durante quel periodo di malattia con mio marito dormivamo nel sogggiorno perché ero così debole da non poter fare i pochi gradini che mi conducevano alla mia camera da letto. Quando abbassavamo le luci per riposare, ci prendevamo per mano pregando il Signore e dicevamo insieme. „Eben-Ezer, fin qui l‘Eterno ci ha soccorsi“.

I giovani delle nostre comunità, in quel periodo difficile e di prova per noi e per la chiesa, composero un cantico di preghiera e lode al Signore che nel coro, affermava questa realtà: „Eben Ezer, fin qui l‘Eterno ci ha soccorsi“.

Mi avevano detto che con la chemioterapia mi sarebbe passata la febbre, ma questo non accaddé né dopo il primo, né dopo il secondo ciclo. A quel punto venni ricoverata in oncologia dove mi curarono con dosi massicce di antibiotici pensando che la febbre potesse essere causata da una infezione virale. Visto l‘esito negativo delle cure i medici si arresero dicendo a mio marito che ormai non c‘era più nulla da fare: il mio organismo non rispondeva alle terapie. I dottori lenivano i forti dolori che avevo con morfina. Era il 27 agosto 1991, mio marito mi incoraggiò dicendomi che noi avremmo continuato a sperare nel Signore fino alla fine. Quella sera stessa la febbre incominciò a scendere e dopo cinque giorni era tornata a valori normali. Con la risonanza magnetica i medici constatarono che non avevo più nulla, il Signore mi aveva toccata e guarita, gloria a Dio! I medici non potevano dire di aver sbagliato: avevamo fatto riesaminare i vetrini dei prelievi, li portammo anche al Centro Tumori di Milano, il responso era sempre lo stesso: la diagnosi era confermata.

Mi fecero ulteriori esami specifici al fegato e alla milza, ed il 24 dicembre 1991 i medici ci diedero il responso che confermava l‘avvenuta guarigione: „negativo assoluto“. Complessivamente rimasi in ospedale oltre quattro mesi e mezzo, a casa poi restai a letto per oltre 11 mesi, ma oggi posso ringraziare il Signore per la Sua guarigione.I controlli sono continuati periodicamente, sempre più distanziati fra loro; sono passati tanti anni e
sto benenissimo. Gloria a Dio!

Se tu che stai leggendo hai qualche problema fisico, sappi che il Signore Gesù può guarirti ed operare in te in qualsiasi momento. Non devi seguire nessuna pratica particolare, soltanto abbi fede in Lui, accettaLo nel tuo cuore come tuo Salvatore, attendi con fiducia la Sua risposta, ed Egli, Gesù, risponderà.

Eben Ezer, fin qui l‘Eterno ci ha soccorsi.
Gloria a Dio!

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