Serie “I concerti cristiani” (2): cos’è un concerto?

 

Per cercare di coniugare l’insegnamento biblico agli attuali concerti musicali cristiani, bisognerebbe prima capire bene cosa si intenda per “concerto” in linea generale e quindi quali attività questa parola contempli. In questo articolo si cercherà di approfondire cosa sia un concerto in sé e come questo si possa coniugare con le attività della chiesa di Cristo.

Concerto intende principalmente un esibizione musicale dal vivo (sia vocale che strumentale) di artisti. Come la maggior parte delle forme artistico musicali, il concerto nasce in Italia, come derivazione diretta di alcune altre forme di esecuzione musicale. In origine, le prime forme strumentali erano definite Canzoni da Sonare, ed erano composizioni in stile polifonico destinate all’organo e provenienti dalle antiche forme vocali. Verso la fine del cinquecento all’interno delle chiese cristiane, le esibizioni musicali iniziano a prendere forma, tramite le sonate da chiesaLo scopo era quello di dare maggiore solennità alle pratiche del culto cristiano: in occasione di funzioni particolari, il normale organico dei musicisti veniva aumentato, offrendo ai compositori la possibilità di avvalersi di complessi numerosi che nel tempo contribuirono notevolmente allo sviluppo della musica strumentale. Nel corso del tempo le cose si evolsero dalle origini puramente ecclesiastiche e basta guardarsi intorno oggi per comprendere il genere di intrattenimento commerciale che rappresenta il concerto. Sia guardando alle origini, sia guardando a ciò che sono divenuti oggi, dovrebbe esser chiaro che il concerto rappresenti qualcosa di distante dal puro insegnamento biblico/cristiano, seppur le intenzioni che diedero il via a questo genere di esibizioni musicali si possano considerare buone (dare solennità a funzioni religiose).

Accostare il concetto di “esibizione musicale” a ciò che il Signore richiede ai credenti è a dir poco azzardato. Nel Nuovo Testamento non si parla mai di esibizioni canore o musicali rivolte a fedeli o infedeli. Né viene richiesta o incoraggiata alcuna forma di esibizione in nessun contesto. Seppur i canti o gli inni si possano considerare anche una forma d’arte e hanno ovviamente a che vedere con la sfera sentimentale dei credenti, la Parola di Dio non si preoccupa degli aspetti estetici ma pone l’accento sulla spontaneità, sul coinvolgimento collettivo della comunità e soprattutto sulla funzione di edificazione e insegnamento. Non è un caso se nella chiesa del Signore del Nuovo Testamento non si trovano gruppi di servizio canoro/musicale come invece avvenne in precedenza per i cerimoniali levitici (1 Re 10:12; 1 Cronache 6:32; 1 Cronache 25:1; 2 Cronache 29:28). Di fatto l’idea di un gruppo di cantori o musicanti che presieda o amministri la musica durante i culti cristiani, non trova alcun riscontro nel Nuovo Testamento. Perfino gli chi deve essere coinvolto in questa attività è in contrasto. Nel Nuovo Testamento sono i credenti, l’assemblea ad esser citata come protagonista della lode e del canto. Non gruppi specializzati, cori specializzati o addirittura band musicali.

L’esibizione, di qualsiasi genere, non è qualcosa che deve far parte dello spirito devozionale del credente. Chi non ricorda le parole di ammonimento del Signore Gesù riguardo l’esibirsi in pratiche spirituali come la preghiera? (Matteo 6:5).  La preghiera, per la sua natura stessa, è diretta a Dio e non agli uomini. Non si può pregare pensando di fare della propria preghiera motivo di esibizione dinnanzi ai partecipanti all’assemblea. Sulla base di questi principi biblici, come si può pensare di cantare per lodare o pregare dinnanzi ad altri, per conto d’altri o per guidare altri?

Pensare di svolgere un simile servizio per la comunità va contro le stesse parole di Gesù quando si espresso contro l’atteggiamento farisaico di chi pregava per farsi notare dagli altri. Egli li chiamò ipocriti proprio perché costoro avevano l’apparenza del credente che pregava ma in realtà erano commedianti. Allo stesso modo, un “concerto di lode” altro non è che la replica sistematica di un programma musicale su cui ci si è ampiamente preparati, una precisa scaletta di canti da proporsi predisponendosi in anticipo ad un atteggiamento di devozione e preghiera. In pratica si tratta dell’atteggiamento condannato dal Signore. Un concerto preparato per tempo non ha il carattere della spontaneità tipica di un incontro cristiano guidato dallo Spirito Santo. Nel programma di interventi che verranno presentati i canti vengono disposti uno dietro l’altro secondo parametri musicali quali il ritmo, il gusto, l’onda emotiva che ogni melodia può trasmettere e la conoscenza di uno o dell’altro canto tra gli ascoltatori. I cantanti ed i musicisti dovranno impegnarsi a porre enfasi e comunicare certe emozioni cantando l’una o l’altra canzone, esibizione dopo esibizione. Questa preparazione tecnico professionale è ovviamente qualcosa diverso dalla spontaneità presente nel culto cristiano. Si tratta più di un evento recitato piuttosto che un incontro spirituale così come richiesto in un assemblea cristiana.  Un concerto musicale non si accosta coerentemente ai criteri spirituali di lode a Dio esposti nel Nuovo Testamento.

da teologiapentecostale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *