Abramo ebbe due figli: uno dalla schiava e uno della donna libera; ma quello della schiava nacque secondo la carne, mentre quello della libera nacque in virtù della promessa (Galati 4:22,23)

Quando l’uomo ha fretta spesso rovina i piani di Dio, Ismaele fu il risultato di un espediente nella carne, proposto da Sarai quando Dio le aveva già promesso un figlio. Ancora oggi Ismaele e Isacco guerreggiano negli arabi e negli Ebrei. Ogni nostro progetto di prendere le cose in mano, quando Dio ha detto altrimenti, conduce inevitabilmente a situazioni dolorose. Quanti, oggi, vivono con la guerra nel cuore perché ciò che è della carne contende con ciò che proviene dalla fede! Chiamiamole inibizioni, complessi, nevrosi, rivestiamole con termini tecnici: non si tratta altro che di Ismaele e di Isacco che guerreggiano nell’anima. Nella nostra pedante ostinazione siamo spesso un ostacolo alla realizzazione della volontà di Dio. Dalla Scrittura esce sempre sconfitta l’immagine dell’uomo che attende da Dio l’appoggio ai propri piani. Ci sono scelte che appaiono del tutto inadatte al progetto del Signore; abbandoniamo quindi ogni millanteria, e procuriamo di respingere tutto ciò che contrasta la Sua volontà. Questa osservazione è comprensibile a chiunque quando pure abbia compreso ben poco degli intenti del Signore. Abramo rinunciò a Ismaele, ed egli non torno più. Rinunciò a Isacco, ma Dio glielo restituì. Dona al Signore il tuo Ismaele, ossia, tutto ciò che è della carne, affinché non torni più. Donagli anche Isacco, ciò che appartiene alla fede, affinché egli te lo renda santificato e pronto per l’uso voluto dal tuo Signore.

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