Messico: pastore evangelico ucciso

 

Il pastore della Chiesa evangelica “Vida Nueva” nella città di Ciudad Juarez nel nord del Messico, è stato ucciso da un gruppo di sicari che lo ha seguito in una strada trafficata sparandogli diversi colpi d’arma da fuoco.

Eduardo García, l’8 giugno scorso, stava guidando il suo veicolo lungo viale Saragozza quando improvvisamente si è reso conto che un’altra macchina lo stava seguendo. Quando si è accorto della situazione, ha cercato di accelerare, ma i sicari hanno iniziato a sparare nella sua direzione. Alla sparatoria, avvenuta in pieno giorno, hanno assistito diversi passanti e altri automobilisti. Tutti hanno visto l’auto del pastore schiantarsi contro un palo della luce e poi contro un altro veicolo. Quando infine il pastore ha cercato di scappare a piedi, è stato colpito a distanza ravvicinata dai suoi assassini.

La famiglia García era già stata bersaglio di altri attacchi prima dell’uccisione del pastore. Nel 2009, Abramo il figlio di Eduardo fu ucciso da alcuni sicari, come hanno riportato gli articoli di cronaca nera dei media locali di quel periodo. Inoltre, nel 2011 la figlia del pastore fu rapita e la famiglia dovette pagare un grosso riscatto per farla rilasciare.

Oltre ad essere il pastore della chiesa “Vida Nueva”, Eduardo García ha anche guidato “Evangelismo Masivo Juárez”, un movimento locale a Ciudad Juárez che cerca di promuovere una convivenza pacifica nella città notoriamente afflitta da criminalità, traffico di droga e violenza. Il pastore García ha organizzato sessioni di preghiera nelle strade e nelle chiese, oltre a servizi religiosi e concerti a cui hanno partecipato centinaia di persone. Il suo progetto più recente riguardava la distribuzione di Bibbie a Ciudad Juárez e in altre città dello stato di Chihuahua. Aveva iniziato tutte queste attività poco dopo l’uccisione di suo figlio.

Durante una visita alla sua chiesa da parte di un gruppo di collaboratori di Porte Aperte, nel maggio del 2017, il pastore García aveva condiviso quali fossero le battaglie quotidiane dovendo lavorare e predicare in una città controllata dai cartelli della droga e dal crimine organizzato. E’ stato sepolto accanto alla chiesa dove ha servito per molti anni.

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