Isolata, ma non abbandonata!

“Maria dunque fu isolata fuori dell’accampamento sette giorni; e il popolo non si mise in cammino finché Maria non fu riammessa nell’accampamento.” (Numeri 12:15)

Maria si rese colpevole del peccato di maldicenza nei confronti di suo fratello Mosé, la quale, a dire il vero, senza molta fatica riuscì a trascinare anche Aronne suo fratello.

Il problema, inizialmente sembrava fosse la moglie, ma in effetti la causa era il “mostro dagli occhi verdi”, ovvero, l’invidia!

La cosa non rimase nascosta agli occhi di Dio, il quale convocò la famiglia e senza tanti giri di parole, elogiò Mosè e condannò il loro peccato.

Le principali conseguenze caddero su Maria, quale promotrice dell’evento, cosicché, si ritrovò con la lebbra. (Pensate solo per un momento se ogni maldicenza venisse colpita con la lebbra, oggi come oggi, la terra sarebbe un lebbrosario.)

Per questo motivo, Maria doveva vivere in isolamento per una settimana, così da non infettare anche gli altri. Ma il popolo non si mise in cammino finché Maria non fosse riammessa al campo.

Una bella dimostrazione di simpatia e comprensione nei confronti di Maria. Nessuno si diede al giudizio, al chiacchiericcio, ai pettegolezzi e al disprezzo, ma con affetto e pazienza venne accolta da tutti.

Questo dev’essere l’atteggiamento nei confronti di chi viene colto in errore. Cerchiamo di essere più pazienti con chi sbaglia e lungi da noi, ergerci a maestri e saputelli. Tutti noi falliamo in molte cose e questo lo sappiamo molto bene.

Non abbandonare chi ha sbagliato ed è venuto meno, ma “aspettalo” e rialzalo.

Chi cade non ha bisogno di un dito puntato, ma di una mano che lo rialza!

Pace 

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