L’esperienza dell’incontro con Dio, ha un potere euforizzante: niente di nuovo sotto il sole per chi crede, ma ora lo dice anche la scienza.

 

Dopo aver tanto sentito parlare di studi che sembrano giocare con la sacralità della vita, tra embrioni senza spermatozoi e ovuli e cervelli riattivati dopo la morte, oggi affrontiamo una notizia che mette più di buon umore: la scienza dice che l’esperienza dell’incontro con Dio aiuta a guarire.

Non che per chi crede ci fosse bisogno di conferme, ma in un clima così incerto è conoscere l’impegno di alcuni scienziati su questo frangente non è affatto male.

Come riportato su Science Daily, un team di teologi, biologi e psicologi della Johns Hopkins University School of Medicine hanno lavorato insieme prendendo in esame per diversi anni duemila persone che stavano affrontando un percorso di guarigione.

Su queste persone, due terzi erano credenti e un terzo erano atei, aperti però alla possibilità di credere in un Dio. L’idea, dunque, era quella di valutare i comportamenti di tutti e di portare gli atei a dialogare con chi credeva.

I risultati ottenuti erano chiari: le persone che avevano una fede salda affrontavano con maggiore fiducia le cure e le terapie. Per di più,  giungevano più velocemente alla guarigione.

Sorprendente l’effetto che il test ha avuto su chi di partenza era ateo: dopo aver sperimentato l’incontro con Dio, per mezzo di dibattiti e di preghiere, non solo è cambiato l’atteggiamento nella fede ma si è anche velocizzato il processo di guarigione.

“Continuare a esplorare queste esperienze può fornire nuove intuizioni su quanto la fede possa essere importante”, hanno dichiarato gli scienziati della Johns Hopkins University School, dichiarando che sono già in corso nuovi sondaggi e ricerche sul tema.

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