Nigeria, cristiani “come pecore al macello”

VERONA – Solo a richiamare gli attacchi degli ultimi giorni si rimane impietriti di fronte alla feroce strategia di morte portata avanti dagli estremisti islamici contro in particolar modo la comunità cristiana del Nord della Nigeria, destinata secondo i loro ultimatum ad essere annientata o a convertirsi all’islam.

«È semplicemente terrificante – dichiarano da Porte Aperte – l’escalation di terrore messa in atto dai Boko Haram in Nigeria, al punto che ormai siamo assuefatti da notizie di rapimenti, esecuzioni, attacchi dinamitardi e cifre su morti e feriti. I media in Italia riportano un attacco ogni quattro (è una stima fatta a spanne), poiché inevitabilmente la cronaca ha anche altre priorità». Porte Aperte è l’organizzazione missionaria evangelica internazionale a sostegno della chiesa perseguitata. A conferma delle informazioni reperite fortunosamente ieri da evangelici net l’odierno bollettino informativo di Porte Aperte cita le chiese e i cristiani evangelici colpiti: «Domenica scorsa, l’ultimo attacco concretamente rivolto contro chiese gremite di fedeli conta decine di morti, uomini, donne e bambini inermi, sempre nei villaggi vicini a Chibok (stato di Borno, nord Nigeria) dove sono state rapite le ragazze di cui il mondo ha parlato le settimane scorse. Tra le chiese attaccate del villaggio di Kwada vi sono la Protestant Church of Christ, la Pentecostal Deeper Life Bible Church e l’Ekklesiyar Yan’uwa, che altro non è la Chiesa dei Fratelli di etnia Hausa. Ma attacchi si sono registrati anche in altri villaggi come Kautikari, Karagau e Ngurojina. Addirittura a Kautikari, a quanto pare, alcuni residenti avrebbero ricevuto una lettera (presumibilmente lasciata da membri dei Boko Haram) in cui si minacciava l’imminente attacco, che in questo caso ha colpito case e passanti. Il lancio di bombe a mano, le raffiche di mitra sulla folla, il tiro al passante sono elementi unici di una ben congeniata e strisciante strategia del terrore mirante a far passare il messaggio che questa avanzata terroristica è inarrestabile e colpirà in ogni luogo e con ogni metodo».

«Semplicemente sbalorditiva» definisce Porte Aperte la reazione dei cristiani. Molti dei quali si mostrano capaci di resistere e rimanere anche se avvisati di imminenti attacchi come a Kautikari. «La stragrande maggioranza non reagisce, come pecore al macello». «Va detto – precisa e sottolinea l’organizzazione missionaria evangelica – che è in atto anche un’emergenza rifugiati interni nel paese, con migliaia di persone che scappano da zone del nord come queste». 

A indicare che la tattica di destabilizzazione è rivolta non solo alle comunità cristiane ma a tutto il paese, poiché l’obiettivo è quello di creare un vero e proprio stato islamico, Porte Aperte ricorda l’attacco dinamitardo nella capitale, Abuja, con decine di morti in un centro commerciale e 21 giugno, l’altro attacco dinamitardo con vittime al college Kano School of Hygiene e ancora, durante gli stessi giorni, il rapimento di almeno 90 persone (tra cui 60 donne, con le loro bambine piccole) perpetrato con un vero e proprio rastrellamento casa per casa durato ben tre giorni nel distretto di Domboa, a circa 100 chilometri da Maiduguri, capitale dello stato federale di Borno. «E si tratta solo degli ultimi giorni di giugno – nota il redattore dell’ultima Newsletter di Porte Aperte. «Si fatica continua – ad avere stime dei martiri in questo continuo orribile divenire». «La Nigeria è sotto attacco. I Boko Haram hanno la loro strategia di morte e intolleranza. Purtroppo continuiamo a denunciare la connivenza di molti (anche cittadini comuni) che traggono profitto da tutto ciò a scapito della sanguinante comunità cristiana». «Preghiamo per la Nigeria!» È la richiesta e l’esortazione accorata che conclude le notizie diramate da Porte Aperte. [gp]

 

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