Paura di non farcela-C. H. Spurgeon

“Con la vostra perseveranza guadagnerete le anime vostre” (Luca 21:19)

Una terribile paura ossessiona la mente di molti di coloro che vengono a Cristo: temono di non riuscire a perseverare sino alla fine.

Ho sentito qualcuno affermare: “Se affidassi la mia anima a Gesù e se poi per qualche motivo ritornassi nella perdizione? Prima d’ora ho avuto dei buoni sentimenti, ma col tempo sono spariti. La mia bontà è stata come la nuvola mattutina, come la rugiada. E’ scesa all’improvviso, prometteva bene, ma è durata per un pò di tempo e poi è svanita”.

Caro lettore, credo che spesso sia proprio questa paura a generare in te ciò che temi.

Alcuni che hanno avuto paura di non saper confidare in Cristo per questa vita e per l’eternità, alla fine sono caduti perchè la loro fede era temporanea, e non è mai giunta a salvarli pienamente. Hanno iniziato confidando in Gesù in una certa misura, ma hanno continuato guardando a se stessi per trovare la perseveranza nel cammino verso il cielo.

Hanno iniziato nel modo sbagliato e di conseguenza sono tornati indietro in breve tempo.

Se per andare avanti confidiamo in noi stessi non cela faremo mai.

Se ci affidiamo a Gesù per alcuni aspetti della nostra salvezza, contando su noi stessi per la parte restante, verremo meno strada facendo.

Nessuna catena è più forte del suo anello più debole: se Gesù è la nostra unica speranza, con l’esclusione però di un unico aspetto, di certo verremo meno, perchè falliremo proprio in quel punto.

Fa attenzione a non mescolare neppure una briciola del tuo io con il cemento che usi per costruire il tuo edificio spirituale, altrimenti esso non terrà uniti i mattoni.

Se guardi a Cristo per iniziare il cammino, studiati di guardare a Lui fino alla fine.

Egli è l’Alfa.

Sta a te fare di Lui anche il tuo Omega.

Se hai iniziato per lo Spirito non puoi sperare di concludere per la carne.

Inizia nel modo in cui intendi continuare, e continua come hai iniziato; lascia che il Signore sia tutto per te.

Che lo Spirito Santo chiarisca da dove deve provenire la forza attraverso la quale saremo preservati fino al giorno dell’apparizione del nostro Signore!

Ecco cosa disse Paolo a questo proposito scrivendo ai Corinzi: “Egli vi renderà saldi sino alla fine, perchè siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è Dio che vi ha chiamati alla comunione con il Figlio Suo Gesù Cristo, Signore nostro” (1 Corinzi 1:8,9).

Queste parole, implicitamente, ammettono l’esistenza di un grande bisogno, spiegandoci al tempo stesso come ad esso venga provveduto.

Il bisogno urgente dell’anima che crede è la conferma, la costanza e la perseveranza finali.

1. Questo è il grande bisogno dei credenti.

L’apostolo Paolo, scrivendo ai fedeli di Corinto, poteva affermare: “Io rendo del continuo grazie all’Iddio mio per voi per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù” (1 Corinzi 1:4).

Queste persone sono quelle che avvertono giorno dopo giorno il bisogno di una nuova effusione di grazia per andare avanti, e risultare alla fine vincitori.

Se voi non foste santi non avreste la grazia, e non avvertireste il bisogno di ottenere maggior grazia; ma poiché siete uomini di Dio avvertite le esigenze quotidiane della i natura spirituale.

Le statue di marmo non hanno bisogno di cibo, ma la persona che vive conosce la fame e la sete e gioisce nel disporre del cibo e delle bevande.

I bisogni personali del credente lo spingono ad attingere quotidianamente alla grande fonte di ogni bene; cosa farebbe se non potesse rivolgersi al proprio Dio.

2. Questo vale anche per i credenti più maturi.

I credenti di Corinto che erano stati favoriti con ogni sorta di doni spirituali, avevano bisogno di essere confermati sino alla fine, diversamente tutti i loro beni e i “successi” che potevano vantare sarebbero andati perduti.

Se parlassimo le lingue degli angeli e degli uomini e non ricevessimo quotidianamente nuova grazia, dove finiremmo?

Anche se avessimo tutta l’esperienza e potessimo conoscere tutti i misteri di Dio, non potremmo vivere un solo giorno privi della linfa divina che procede dall’Alto.

Come potremmo sperare di andare avanti per una sola ora, per non parlare di tutta la vita, se il Signore non ci conducesse per mano?

Colui che ha iniziato un’opera buona in noi deve poterla portare a compimento sino al giorno di Cristo Gesù, altrimenti sarà un terribile fallimento, anche per i credenti più maturi.

3. Questa grande necessità affonda le sue radici in noi stessi.

In alcuni c’è un grande timore di non riuscire a perseverare nella grazia perchè conoscono la propria incostanza.

Alcune persone sono instabili per natura.

Alcuni si rivelano tenaci, per non dire ostinati, ma altri sono titubanti e incostanti. Come farfalle svolazzano di fiore in fiore, fin quando hanno visitato tutte le bellezze del giardino, senza essersi fermati su nessuna di esse.

Non rimangono mai abbastanza a lungo in un posto per fare qualcosa di buono.

Tali persone temono che mantenere dieci, venti, trenta, quaranta o forse cinquant’anni di continua vigilanza spirituale sia un’impresa troppo ardua.

Vediamo persone che si aggregano ora ad una chiesa, poi ad un’altra, quindi ad un’altra ancora, fino a perdere l’orientamento.

Per un pò di tempo sembrano all’altezza di qualsiasi impresa ma a lungo andare si rivelano del tutto inconsistenti.

Queste persone hanno doppiamente bisogno di pregare sia per essere confermate dall’alto, sia per diventare stabili, altrimenti non saranno mai trovati “…sempre abbondanti nell’opera dei Signore…” (1 Corinzi 15:58).

Noi tutti, pur non avendo alcuna costituzionale tendenza all’incostanza, se siamo veramente animati dallo Spirito di Dio dobbiamo essere consapevoli della nostra debolezza.

Non trovi forse, che in un solo giorno ci siano abbastanza occasioni per farti cadere?

Tu che desideri camminare in perfetta santità, tu che hai un alto concetto di ciò che un cristiano dovrebbe essere, non trovi che prima ancora di aver terminato la colazione hai già mostrato tanta follia da farti vergognare dite stesso?

Anche se dovessimo rinchiuderci nella cella solitaria di un eremo, la tentazione ci seguirebbe; perchè fin quando non saremo liberati dalla nostra natura peccaminosa, non riusciremo a sfuggire alle tentazioni del peccato.

E’ questa realtà che ci dovrebbe rendere attenti e umili davanti a Dio.

Se Egli non ci conferma, saremo così deboli da inciampare e cadere; non sopraffatti da un nemico, ma dalla nostra stessa leggerezza.

Signore, sii Tu la nostra forza. Noi siamo la debolezza personificata.

4. La stanchezza del lungo cammino.

Questo può essere un altro motivo che suscita il timore di non farcela.

Quando iniziamo il corso della nostra vita cristiana saliamo in alto come aquile; poi corriamo liberamente e nella nostra maturità camminiamo senza affaticarci.

Il nostro passo sembra essere diventato più lento, ma è più fermo e sostenuto.

Prego Dio che l’energia della nostra giovinezza spirituale possa continuare ad accompagnarci sempre, purché sia l’energia dello Spirito Santo e non una mera espressione dell’orgogliosa natura umana.

Chi è da tempo sulla strada che porta al cielo, scopre la ragione per cui il Signore l’ha munito di “calzari” robusti, visto che il cammino è spesso così duro.

Ha scoperto le montagne della difficoltà e le valli dell’umiliazione, c’è anche la valle dell’ombra della morte e tutte queste tappe vanno superate una dopo l’altra.

Se ci sono montagne dilettevoli (e grazie a Dio ci sono), vi sono anche castelli della disperazione, che molti pellegrini hanno visitato.

Considerando tutto ciò, si ammetterà che coloro che perseverano fino alla fine nel cammino della santità sono persone delle quali ci si può meravigliare.

I giorni della vita cristiana sono come tanti diamanti di misericordia incastonati nel diadema d’oro della fedeltà divina.

In cielo racconteremo ad angeli e potestà spirituali le insondabili ricchezze di Cristo riversate su di noi.

Sorprenderà l’universo vederci varcare le porte celesti, irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo.

Dovremo essere ripieni di riconoscente meraviglia se fossimo preservati dalla grazia divina anche solo per un’ora ma credo che lo saremo certamente fino alla fine.

5. Dobbiamo considerare il luogo in cui viviamo.

Il mondo è un deserto terribile per molti membri del popolo di Dio.

Alcuni di noi sono stati particolarmente privilegiati dalla provvidenza del Signore, ma per altri non è così.

Noi iniziamo la nostra giornata con la preghiera, e sentiamo risuonare inni sacri nelle nostre case, ma molte buone persone si sono alzate raramente dalle loro ginocchia senza essere salutate da qualcosa di blasfemo.

Vanno al lavoro e per tutto il giorno sono tormentate da conversazioni impure come il giusto Lot a Sodoma.

Puoi camminare per strada senza che le tue orecchie siano infastidite da espressioni sconvenienti?

Il mondo non è amico della grazia.

La cosa migliore che possiamo fare in questo mondo è attraversarlo il più velocemente possibile, poiché dimoriamo in un paese inospitale.

In ogni cespuglio è in agguato un ladrone.

E’ opportuno, quindi, viaggiare con la spada dello Spirito (la Parola di Dio) in mano, vegliando sempre nella preghiera, poiché dobbiamo conquistare ogni centimetro di terreno.

Non ti ingannare a questo proposito, oppure sarai ben presto scosso dalla delusione.

O Dio aiutaci e confermaci fino alla fine, altrimenti dove finiremo?

Il vero cristianesimo ha un inizio soprannaturale, continua in modo soprannaturale e termina in modo soprannaturale.

E’ l’opera di Dio dall’inizio alla fine.

C’è ancora un grande bisogno che la mano di Dio rimanga stesa: tu avverti questa necessità e ne sono felice; guarda al Signore che è l’Unico in grado di preservarci dalle cadute, e di glorificarci insieme al Suo Figliuolo.

C. H. Spurgeon

Tratto da «RISVEGLIO PENTECOSTALE»

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