L’ALLELUIA “Ogni cosa che respiri lodi l‘Eterno” (Salmo 150:6).

LODE PERPETUA (Salmo 149:1-5)
L’Iddio che ci ha dato un cuore ed una vita nuova ci invita ad innalzare un nuovo cantico per celebrarLo.
Possiamo prendere questa esortazione alla lettera.
La storia della Chiesa ci insegna che i suoi canti ed inni hanno sempre conosciuto un continuo ricambio.
Alcuni dei nostri grandi inni continuano ad essere popolari.
…e facciamo bene ad usare questi bei cantici, ma, nuovi interventi misericordiosi di Dio nella vita dei fedeli ci doneranno nuovi inni.
Un pericolo reale sta nel cantare senza pensare a quel che si dice.
Le parole possono uscire dalla nostra bocca, mentre nostre menti e i nostri cuori si distraggono con altri pensieri.
Questo atteggiamento è simile a quello dei pagani che chiudono le loro preghiere e i loro inni di lode, scritti su foglietti di carta, dentro a dei recipienti a mo’ di ruota che poi fanno girare o che perfino collegano con una condotta d’acqua perchè girino dinanzi ai loro idoli.
Non serve a niente cantare lodi, se non poniamo in esse la nostra attenzione facendo si che esse provengano direttamente dal nostro cuore e siano sempre nuove, ogni volta che le cantiamo.
Ogni grande risveglio ha prodotto nuovi cantici.
Ma, non abbiamo bisogno di aspettare per avere dei nuovi canti. Se nuove manifestazioni di misericordia, da parte di Dio, chiedono nuovi canti da parte nostra noi possiamo avere un canto nuovo ogni giorno.
Le cose non vanno mai talmente male che Dio non possa dare al Suo popolo fedele nuove manifestazioni della Sua misericordia.
Lo Spirito Santo ispirò Geremia a scrivere il libro delle Lamentazioni, come una serie di canti funebri intesi a commemorare la terribile distruzione di Gerusalemme e del tempio ad opera di Nebucadnetsar.
Egli vuole che non dimentichiamo mai la tremenda devastazione causata dall’idolatria e dall’immoralità d’Israele. Tuttavia, proprio al contrario di questo libro pieno di dolore, noi troviamo il ricordo delle compassioni di Dio: “Questo voglio richiamarmi alla mente, per questo voglio sperare: E’ una grazia dell’Eterno che non siamo stati interamente distrutti; poiché le Sue compassioni non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la Tua fedeltà!” (Lamentazioni 3:21-23).
Iddio può darci un nuovo cantico anche nella notte del dolore.
Quando apriamo il libro dell’Apocalisse, vediamo che in esso Gesù è il tema del nuovo cantico.
Possa ognuno di noi fare di Lui il tema di ogni nuovo cantico che il nostro cuore voglia cantare.
Non è necessario che siano canti stampati in qualche innario.
Possono essere delle espressioni spontanee della gioia e della lode di persone piene dello Spirito.
Ogni nuova manifestazione dell’amore e della bontà di Dio ci dovrebbe spingere a cantare.
Una religione morta è piena di canti tristi. Anche quando dicono Alleluia, sono vuoti e senza senso. Ma quando lo Spirito opera e la vita di risurrezione penetra nei nostri esseri, i nostri canti sono sempre pieni di gioia.
Con Cristo quale nostro Re, come possiamo starcene zitti?
Nel salmo vi è un invito al canto comunitario.
Gli inni di una corale sono belli e hanno il loro posto nel culto, ma una chiesa dove la corale canta tutti gli inni ha perso vita e gioia.

Questo salmo parla anche di danze, di timpani, di cembali, e di cetre, ossia di arpe simili a chitarre.
Erano tutti elementi di manifestazione di lode sentita e vibrante per Dio.
Le danze, i timpani e i cembali sono oggi usati dal mondo. Sono stati declassati e vengono usati per risvegliare le emozioni più basse della natura umana.
Dio non voleva questo.
I timpani e le cetre d’Israele erano consacrate all’espressione delle sante emozioni dell’anima. Si era molto lontani dalla musica e dalle danze del mondo.
Un gioire così intenso, quale quello riflesso in questi salmi, è più adeguato al popolo di Dio che a qualsiasi altra persona.
Dio ha sempre voluto che il Suo popolo fosse felice.
Non è una cosa strana che tanti oggi vogliono sopprimere le manifestazioni della gioia del Signore.
Dobbiamo tenerla sempre chiusa nel cuore e non lasciarla mai esprimere dalle nostre labbra?
Ammettiamolo: molti dei nostri culti sono ben lontani dalla gioia e dalla libertà espresse dai salmi dell’Antico Testamento.
Qual’è la causa?
I tempi sono mutati, dicono alcuni, ma la verità è forse che siamo mutati noi. Invece di gettare acqua fredda su ogni manifestazione di gioia nel Signore, impariamo ad esprimerla liberamente secondo la guida dello Spirito Santo.
Iddio è così buono verso di noi che i canti di lode per ciò che Egli è, sono sempre mescolati con i canti di ringraziamento per ciò che Egli fa.
Iddio ci ha adornati della Sua salvezza, ha posto su noi la Sua gloria.
Ci da qualcosa per cui gridare di gioia, durante il giorno, e cantare, durante la notte.
Egli è degno della nostra lode e merita il nostro continuo grazie.
Anche in mezzo alla sofferenza noi possiamo trovare qualche cosa per cui ringraziare Iddio.

Una donna, in Australia, perdette le due braccia e la gamba.
Imparò a scrivere tenendo la penna con i denti.
Ben presto le sue lettere vennero conosciute in tutto il mondo.
Erano canti di gioia e di incoraggiamento.
Poiché ella aveva aperto il suo cuore, Dio le si era rivelato e l’aveva benedetta nella sua afflizione. La sua vita era piena di vittorie e di gloria.

Dio ha fatto lo stesso a molte persone in altri generi di sofferenze, ma questo non vuoi dire che dobbiamo aspettare d’essere su un letto di afflizione per lodarLo.
Tutte le volte che riconosciamo una manifestazione della bontà di Dio, quello è il momento adatto per ringraziarLo.
Non dimentichiamoLo quando godiamo dei Suoi banchetti, quando ci svegliamo di notte con la certezza che Egli ha udito la nostra preghiera e ci ha tolto di dosso il peso, perchè non lodarLo dal nostro letto?

LODE VITTORIOSA (Salmo 149:6-9)
Il diavolo non sopporta udirci lodare e celebrare Dio.
Egli perdette il suo posto nel cielo perchè aveva tentato di usurpare parte della gloria e della lode dovute al Signore.
Tuttora non è cambiato.
Anche quando ci troviamo nel mezzo della battaglia, non dobbiamo dimenticare di lodare Iddio.
La lode a Dio ci tiene in contatto col nostro quartiere generale.
Tiene aperte le linee di comunicazione ed i canali attraverso le quali passa la Sua potenza.
Non dimentichiamo che abbiamo anche una spada affilata in mano.
Il Nuovo Testamento ci ricorda che le nostre armi non sono carnali, ma che tuttavia sono potenti per conquistare le fortezze nemiche (2 Corinzi 10:4).
Nella nostra lode non dobbiamo trascurare la spada dello Spirito che è la Parola di Dio.
Dio non è contento se trascorriamo la nostra vita in qualche piccola camera alta godendoci il miele della lode in continuità. Nella camera alta riceviamo la potenza per andare fino all’estremità della terra, ma, quando andiamo, non dobbiamo cessare di lodare Iddio.
Lodare Iddio senza operare e senza entrare nel combattimento della fede, può condurci alla presunzione.
La Bibbia ci dice che dobbiamo resistere al diavolo, se vogliamo che egli fugga da noi.
Ciò vuoi dire che dobbiamo indossare l’intera armatura di Dio, usare lo scudo della fede per spegnere i dardi infuocati del nemico e la spada dello Spirito per difenderci, come fece Gesù quando fu tentato nel deserto, per restare fermi, non concedendo al nemico neppure un centimetro.
Dio ha promesso di servirsi del Suo popolo per amministrare la Sua giustizia in mezzo alle nazioni.
Israele venne meno e Gesù profetizzò che i dodici apostoli, i conduttori della Sua Chiesa, si sederanno su dodici troni per giudicare le dodici tribù d’Israele.
Ai credenti è anche fatta la promessa che giudicheranno gli angeli.
Questo vuoi dire che noi avremo parte all’onore, alla gloria ed alla esaltazione del trionfo del Signore, ma, ad una condizione: dobbiamo essere vincitori.
Per giudicare un giorno il mondo e regnare con Cristo, dobbiamo tenerci stretti a Lui ora, perchè solo per mezzo di Lui noi saremo più che vincitori (Romani 8:37).
Quando parliamo di fare la volontà di Dio, in realtà, pensiamo a quello che diventeremo.
Poiché la Sua volontà per noi è che alla fine abbiamo parte alla Sua gloria.

LODE SENZA FINE (Salmo 150)
Il Salmo 150 è un invito a lodare Iddio senza limiti.
LodateLo nel santuario, ma non fermatevi lì.
In ogni luogo, dobbiamo unirci al coro degli angeli che canta continuamente le lodi di Dio nel santuario celeste.
Se un credente si trova in un luogo dove non può lodare Iddio, vuoi dire che è in un luogo dove non dovrebbe essere.
Nella presente dispensazione, i veri santuari di Dio sulla terra sono i nostri corpi, che, mediante il prezzo pagato sul Calvario, Dio si è messo da parte come Sue dimore per mezzo dello Spirito Santo.
Il Nuovo Testamento talvolta parla dei nostri corpi singoli come templi di Dio; talvolta parla dell’intero Corpo di Cristo, la Chiesa, come Tempio di Dio. In un caso o nell’altro, dobbiamo ricordarci che uno dei grandi scopi della Pentecoste fu quello di fare dei nostri corpi strumenti di lode a Dio.
Quelli che venivano da lontano e che capirono alcune delle lingue parlate dai discepoli, il giorno della Pentecoste, li udirono parlare “delle cose grandi di Dio”.
Lo Spirito Santo ci spinge a dare gloria, lode e onore a Dio e a Gesù.
La prossima volta che ci sentiremo spinti a lamentarci o a criticare, ricordiamo che i nostri corpi sono templi dello Spirito Santo e che Dio vuole che dal Suo santuario salga la lode a Lui.
Ha fatto qualcosa per noi?
Ci ha dato una nuova visione della Sua grandezza e della Sua gloria?
Non indugiamo allora a lodarLo.

Quando il servitore di Abramo vide come Dio aveva esaudito la sua preghiera, facendogli incontrare Rebecca, cadde in ginocchio e diede lode a Dio.

Quando Mosè e gli israeliti videro il mar Rosso ricoprire l’esercito di Faraone, si misero a cantare le lodi di Dio là dov’erano.

Quando Debora vide la vittoria d’Israele, esplose in un glorioso canto nel quale diede a Dio tutta la lode.

E’ pura ingratitudine rimandare il lodare il Signore.

I versi 3-6 si aprono con un grande appello a tutti i credenti per riunirsi in una grande sinfonia di lode.
Iddio è degno di ogni strumento e di ogni mezzo che noi possiamo usare per lodarLo.
Egli vuole che il Suo popolo prenda tutti gli strumenti possibili e lì dedichi a Lui.
A Dio piace la varietà.
Ci ha fatto tutti diversi.
Vuole che noi usiamo tutta la varietà di elementi a noi disponibili per lodarLo.
Il salmista vuole che si fondano i suoni dolci degli strumenti a corda, quelli brillanti delle trombe, quelli flebili dei flauti e quelli forti dei timpani e dei cembali.
Possiamo pensare a noi come strumenti dell’orchestra sinfonica di Dio.
Non è necessario che tutti lodiamo Iddio allo stesso modo o con la stessa forza, ma dobbiamo tutti metterci a disposizione dello Spirito Santo, il nostro grande direttore d’orchestra.
Unità dello Spirito non vuoi dire uniformità nell’agire e nel reagire.
Dio è degno della lode di tutto l’universo.
E’ degno che tutto ciò che respira, Lo lodi con tutto il fiato che ha.
Iddio si serve di persone tranquille e di persone rumorose, delle persone dolci e di quelle brillanti; ma tutti possiamo irradiare la Sua gloria, tutti possiamo riflettere lo splendore della Sua presenza e della Sua potenza.

S.M. Horton

2 Responses to L’ALLELUIA “Ogni cosa che respiri lodi l‘Eterno” (Salmo 150:6).

  1. Santina Daniela Fiore ha detto:

    Gloria Dio!!!!!!!!!! Dio vi benedica!!!!!!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *