La testimonianza di Maria di Guidonia Montecelio-Roma

 

Ciao, mi chiamo Maria, sono di Guidonia (Roma) e la mia testimonianza parte da lontano: un carcinoma al seno scoperto nel 2015, riconosciuto, curato e guarito del tutto, grazie alle migliori circostanze possibili, in ogni tempo, luogo e persona. Per completare queste cure secondo i protocolli clinici, mi sono sottoposta ai controlli ogni 6 mesi all’ ospedale di Tivoli (Roma). All’appuntamento di febbraio 2019 sono arrivata con il braccio destro gonfio e dolente. Mi ha visitata un medico davvero scrupoloso che, nonostante i dubbi, ha deciso di approfondire le indagini ed ha così individuato sotto l’ascella, un linfoma (diagnosi: linfoma di Hodgkin nella forma più grave). I tempi seguenti sono stati davvero pesanti, perché i medici avevano deciso di sottopormi alla chemioterapia, che questa volta mi ha lasciata con 28 kg in meno e l’assenza completa per la prima volta nella mia vita, di appetito. Mia figlia e mio genero mi hanno aiutata in ogni modo. Sono stati e sono un sostegno impagabile. Nel periodo di maggior malessere, mi sono sentita coccolata come una bimbetta nella culla, ed era così che il Signore mi difendeva dalla gravità del male che avevo (il suo nome tecnico lo ricordo bene: linfoma a grandi cellule, aggressivo e proliferante, accompagnato come se non fosse bastato, da lesioni alle ossa). Prima di venire a conoscenza della malattia io e la mia famiglia ci eravamo trasferiti a Caserta. Gli spostamenti Caserta- Roma ed il bisogno di assistenza che avevo e che impegnavano tutti i miei cari, rendevano ogni visita e ricovero difficoltosi. Vista la situazione, mio genero Pietro chiese aiuto a Dio e durante una preghiera sentì che avremmo dovuto spostarci a Udine. Lui e mia figlia sono venuti qui diverse volte per cercare un’abitazione che andasse bene per noi, e proprio durante il primo giorno a Udine, Pietro ha portato un curriculum in un’azienda. Nello stesso pomeriggio lo hanno chiamato. Hanno anche cercato una Chiesa e si sono sentiti guidati fino al Gospel Center di Campoformido. Il Pastore Maurizio Longo li ha accolti subito, ha pregato per loro, per la mia guarigione e per la semplificazione di tutto il trasferimento. Da quel momento tutto ha iniziato ad andare per il verso giusto ed è nata la certezza che qui avrei ricevuto la mia guarigione. Siamo partiti e, nonostante la distanza importante, nell’auto con i miei cari mi sono riposata, non ho sentito dolore né disagio. Anzi…il Pastore Maurizio dichiarò, pregando, che, entrando in Friuli Venezia Giulia, avrei avuto un segno. Così è stato, il giorno in cui varcammo il confine tra il Veneto e il Friuli, mi sono rivolta a mia figlia e le ho detto che mi era venuta fame. Lei e Pietro si sono guardati e hanno cercato il primo posto dove fermarsi per mangiare. Quando sono arrivata all’Ospedale di Udine ero molto grave (con un linfoma al 4° stadio). Qui ho trovato medici ed infermieri accoglienti e gentili. Mi sono sentita curata e seguita, e anche le ultime 6 dosi di chemioterapia fatte qui, contrariamente alle mie aspettative, non mi hanno portato né nausea né i fastidi tipici della chemio. Confesso che provavo gioia quando sapevo di dover andare in Ospedale, perché in questo modo Fabiana ed io potevamo parlare di Gesù a tutti, anche a pazienti con i quali tutt’ora sono rimasta in contatto. Passato questo periodo, ho fatto un’ultima PET. Ne ho un ricordo molto vivido, perché entrando nello studio dell’ospedale, il medico mi ha detto: “Signora, la sua PET è bianca come la neve. Lei è stata molto brava e la sua malattia era molto difficile da curare. Molto probabilmente la sua fede l’ha aiutata”. Uno dei linfomi sotto l’ascella misurava più di 8 cm. Ora tutto era sparito, perfino le lesioni alle ossa.
Ogni tanto le voci degli altri diventano le mie voci interne che mi propongono il dubbio (sono guarita grazie alla chemio). Ma io sono certa che nella mia vita ho ricevuto dei miracoli, fatti di cose terrene, è vero, ma tutte messe nell’ordine giusto e al momento giusto per il lieto fine. Dio si usa degli uomini per operare, dando loro sapienza, conoscenza e intelligenza. Sarebbe bastata una distrazione durante la diagnosi, oppure non riuscire nel trasferimento, non trovare il lavoro, la casa. Ogni cosa invece è andata bene. Ringrazio il Signore per tutte queste benedizioni ed auguro ad ogni persona che sta leggendo, che possa sperimentare questa mia pace e sicurezza di essere protetta in ogni situazione.
Con tanto affetto,
Maria.

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