Chi sono i Cristiani Evangelici di P. Bolognesi

Chi sono i cristiani evangelici? La domanda è legittima. Il nome rischia oggi di essere portatore di equivoci. È quindi necessario definire cosa s’intenda con “evangelici”.


Essere evangelici

Il termine “evangelici” non è stata una scelta voluta, esso ci è stato affibbiato da altri. Purtuttavia ci sta bene se si vuole mantenere la radice del suo significato. Evangelico proviene dal termine Evangelo (o Vangelo) che significa “buona notizia”, la buona notizia di Gesù Cristo. In effetti noi crediamo di doverci riferire al Vangelo ed alla Bibbia come alla somma autorità per la nostra fede e condotta. Essa è assolutamente centrale. L’uomo saprebbe molto poco su Dio e su se stesso se Dio non avesse parlato e non si fosse rivelato nella Sua Parola. Il Dio che emerge dalle pagine della Bibbia non è un Dio indifferente, immobile e muto, ma il Dio che parla.

Per questo la Bibbia è importante, anzi, essenziale per la vita di chiunque. La sua centralità significa prima di tutto che la Bibbia è il mezzo particolare attraverso il quale Dio comunica la sua verità all’uomo. Senza di essa ci sarebbe molta incertezza, ma per mezzo suo vi può essere la luce e la certezza. Poiché Dio ha rivolto all’uomo il suo messaggio, quest’ultimo può sperare, essere liberato e salvato.
In questo senso essere evangelici significa essere coerenti con l’affermazione di Dio come Signore, come Colui che ha parlato nella sua Parola e che attraverso di essa può liberare l’uomo da tutte le sue illusioni rivolgendogli una parola certa per la sua salvezza. Se la Bibbia è il mezzo attraverso il quale Dio comunica la sua verità all’uomo, allora ogni uomo ha la libertà d’accostarsi ad essa. Il potere e la chiarezza della Parola di Dio è tale da non aver bisogno d’altro sostegno che la sua stessa forza. Lo Spirito Santo è capace di rendere efficace la Scrittura nel cuore delle persone.

Per questo si parla anche di “sacerdozio universale” dei credenti. Nel senso che ciascun uomo, il più potente come il più umile, il più ricco come il più povero sono posti, nel loro rapporto con Dio, su di uno stesso piano. E se tutti sono liberi d’accostarsi alla Parola di Dio, tutti sono “sacerdoti”. Non c’è bisogno di mediatori umani tra Dio e gli uomini, ma tutti sono fratelli. Le chiese evangeliche non si riuniscono attorno a degli uomini che pure possono avere dei doni particolari da Dio, ma sono riunite da e attorno alla Parola di Dio.


Essere cristiani

Anche su questo termine ci sono troppi luoghi comuni. Con il termine “cristiani” si deve però intendere coloro i quali, come dice la Bibbia seguivano Gesù Cristo e si erano dati a Lui (Atti 11,26). In questo senso si deve pensare agli apostoli, ai discepoli, ai primi convertiti della Pentecoste, a quelli di Gerusalemme, Antiochia, Corinto, ecc. Si pensa a tutti coloro che nel tempo hanno subito scherni, flagelli, catene, lapidazioni, martirii, poiché “di loro il mondo non era degno”. Si pensa agli innumerevoli roghi accesi e a tutti coloro che ancora oggi soffrono a causa del nome che portano, quello di cristiani. Oggi, soprattutto nel nostro mondo, non è sempre così. Ci si può chiedere però cosa potevano credere per giungere fino a quelle estreme conseguenze con la certezza di non essere degli illusi.

Noi cristiani crediamo che Gesù sia il solo Signore. Siamo fermamente convinti dalla Parola di Dio, che al di fuori di Lui non sia possibile essere salvati “perché non v’è sotto al cielo alcun altro nome per il quale si abbia ad essere salvati” (Atti 4,12). Gesù è per noi il solo Mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2,5), perciò non c’è bisogno di alcun altro che faccia da tramite tra Dio e gli uomini. Dio è al di sopra di tutti e di tutto e a Lui solo deve andare la gloria.
Forse ci si può chiedere perché si ritiene di aver bisogno d’un Salvatore. Senz’altro perché in quanto esseri umani riconosciamo la nostra totale incapacità nel realizzare il bene secondo Dio. Dinanzi al Dio santo della Bibbia, ciò che l’uomo può realizzare di meglio non è altro che un “abito sporco”. Ciò che la Bibbia chiama peccato non è una generica tendenza o determinazione casuale, non è solo lo stato di penosa incertezza, esso è iniquità e perversione del cuore. Qualcosa che attinge alla più intima essenza del nostro essere e che dinanzi alla santità di Dio è immondo. Per scalzare questa corruzione non è in alcun modo possibile affidarsi a pratiche religiose (digiuni, pellegrinaggi, sofferenze o altro). Questo è ciò che propongono tutte le diverse religioni. Questa è la nevrosi di una falsa salvezza che cresce sul terreno delle illusioni umane. Tutti i sistemi umani dicono: “Tu devi fare”. Tutti impongono all’uomo certe richieste che in definitiva egli non può realizzare. Cristo è invece venuto ad annunciare qualcosa di assolutamente diverso, un’autentica buona notizia: “Tu non devi meritarti nulla, io ho compiuto tutto. Tu non devi salvarti, io ti ho salvato. Tu non devi giungere ad un certo livello di giustizia, io sono la tua giustizia. Tu non devi espiare i tuoi peccati, io li ho espiati”.


Tutto è compiuto

Come può essere realmente vissuta una tale prospettiva? Soltanto per fede: fede come riconoscimento e accettazione dell’opera della grazia che dice: “Tutto è compiuto!” (Giovanni 19,30). Sotto il cupo cielo della condizione umana Dio lascia trapelare la luce della speranza. Gesù disse: “Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11,28). “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, anzi avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12). Qui non si tratta di migliorare, ma di cambiare radicalmente, di “nascere di nuovo”; non si tratta d’aggiornarsi, ma di convertirsi. Senza Dio anche il progresso non è che decadenza, poiché ogni miglioramento ci pone nuovamente in presenza della nostra derisoria insufficienza e della nostra minacciosa finitudine.

Alle persone sconvolte dalle esigenze assolute di Dio, il Vangelo di Cristo annuncia un perdono totale e quindi la pace. La sua opera è completa ed irripetibile, la sua luce sufficientemente luminosa per far impallidire tutto ciò che è umano e smascherare le meschine illusioni della nostra povertà. La grazia è ciò che non si merita! Forse tanti la stanno cercando da tanto tempo senza rendersi conto che è un dono libero e sovrano di Dio che ama e chiama per nome. Poiché non è un diritto, né qualcosa d’obbligato, essa può essere accolta solo per fede, ma anche con la riconoscenza più completa. “Chi crede nel Figliuolo ha la vita eterna”. La salvezza è un dono di Dio che vale per l’eternità. E quando la si è conosciuta la si può confessare davanti agli uomini per la gloria di Dio.

 

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