PERSEVERARE IN PREGHIERA

La perseveranza nella preghiera (in inglese “praying through”, ndt) è un’espressione molto utilizzata dai primi pentecostali. Per alcuni significava semplicemente restare sulle proprie ginocchia finché non si avesse avuto la certezza di aver ottenuto una risposta da Dio. Per altri significava ritornare del continuo al Signore finché la risposta non fosse già nelle proprie mani, appunto, perseveranza nella preghiera.

Puoi stare chiuso nella tua stanza col Signore, dilettandoti alla Sua presenza. Puoi trascorrere ore di qualità, persino giorni, insieme a Lui, gloriandoti in una dolce comunione. Puoi ricevere appagamento ad ogni tuo bisogno e il tuo cuore può essere completamente soddisfatto. La Sua presenza può guarirti, sollevarti, rafforzarti e fortificarti.

Ma cosa succede quando lasci quel luogo santificato di intima comunione? Forse ti alzi dalle ginocchia soltanto per ritornare ad una situazione schiacciante che non è cambiata. Riesci a vedere il nemico che sta lì ad aspettarti, pronto a rovesciarti addosso gli stessi problemi e lo stesso senso di vuoto. Ti chiedo: che bene c’è nel godere della gloria sulla montagna se ciò non ti sosterrà nelle tue battaglie?

Credo che “perseverare nella preghiera” significhi semplicemente questo: la forza, la potenza e l’incoraggiamento che ricevi dal Signore mentre sei alla Sua presenza deve poterti sostenere nelle prove a venire. La vittoria che ricevi nella stanzetta segreta deve fornirti la vittoria sul campo di battaglia.

Cosa ottieni esattamente dal tuo tempo di preghiera se non qualcosa che possa sostenerti in battaglia? “Perseverare nella preghiera” significa attendere un completamento totale della tua preghiera. Molti cristiani vedono preghiere esaudite soltanto a metà, perché non permettono a ciò che hanno ricevuto dal Signore in preghiera di sorreggerli nelle loro prove.
Amato, la preghiera non è finita, non è una “preghiera completa” finché questa non ti sosterrà fino all’altra riva del tuo problema. Non avremo “perseverato in preghiera” finché non avremo “perseverato nel vivere” le nostre prove mediante la forza ricevuta alla presenza di Dio.

 

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