L’INGANNO DELLE APPARENZE

“C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma finisce con il condurre alla morte” (Proverbi 16:25)


Solitamente ciò che sembra giusto, dritto o vero non lo è del tutto. Succede che vediamo le cose come attraverso uno specchio che deforma la realtà: si tratta soltanto di qualcosa di illusorio o, peggio ancora, irreale. Questo perché i mass media o il comportamento della maggioranza stabiliscono un criterio che non è necessariamente corrispondente alla realtà, a ciò che è giusto e vero. Tutto perciò diventa relativo. La TV, il cinema, i giornali o internet stabiliscono un criterio di conformismo, una sorta di canone o standard sociale con il quale la gente si misura, si confronta e si determinano così certi comportamenti determinati prevalentemente dalla cultura dell’immagine. Paradossalmente le persone si conformano alla “finzione” e fanno dei mezzi di comunicazione i propri mentori per una vita contrassegnata dalla condiscendenza: unioni prematrimoniali accettate nel nome del “tanto ciò che importa è che si vogliano bene”, confondendo la sessualità con l’amore; comportamenti omosessuali ed ambigui trattati come mode o tendenze. I vizi diventano virtù e le persone che delinquono sono considerate furbe o, peggio ancora, da imitare. Esiste ormai una confusione diffusa su ciò che sia giusto o sbagliato, vero o falso. Ebbene, anche se i tempi cambiano, “… la parola del nostro Dio dura per sempre” (Isaia 40:8). Ad essa ogni vero credente desidera davvero conformarsi essa non è apparente, ma rilevante.

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