IL GIUDICE SUPREMO

Ci sono persone che commettono reati e davanti all’evidenza dei fatti non riconoscono le loro colpe. Si giustificano, incolpano gli altri o addirittura sostengono con forza la loro innocenza. Lo vediamo in ogni settore della vita sociale e politica. Omicidi, con il colpevole accusato o condannato con prove schiaccianti che continua a sostenere la propria innocenza. Politici corrotti che nonostante siano stati beccati con “le mani nel sacco” non riconoscono le loro colpe, non si vergognano e non vogliono dimettersi.
Ammettere le proprie colpe è diventato un optional di pochi.
Non si prova dolore né dispiacere per quello che si è fatto. Il pentimento non esiste, di conseguenza la parola ravvedimento diventa una parola impopolare o sconosciuta.

La storia dell’umanità ci insegna, dove possono arrivare la malvagità del cuore dell’uomo e la sua assoluta mancanza di pentimento. Nel processo di Norimberga gli ufficiali nazisti che avevano commesso crimini contro l’umanità non si pentirono mai delle loro nefandezze, ma si giustificarono invece con la frase: “Ero un soldato e dovevo eseguire gli ordini dei miei superiori!”

Anche nel campo spirituale, sempre più spesso assistiamo alla mancanza di ammissione delle proprie colpe.
L’uomo moderno non ama pensare a Dio in termini di peccato, d’ira e di giudizio. Questo Dio, ama, è misericordioso, perdona, ma non condanna e punisce il peccato. Non è un Dio Santo e Giudice. E’ il Dio della tolleranza e dell’amore che abbraccia tutti. Credi solamente, accetta Cristo e sarai salvato. Eppure Gesù iniziò il suo ministero predicando: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Matteo 4:17).

Anche in certi ambienti evangelici non si predicano quasi più il pentimento e il ravvedimento. Questo tipo di cristianesimo a “buon mercato” riempie le chiese. Si preferisce parlare sempre di miracoli, di carismi, di amore di Gesù, ma non si predica quasi più il messaggio biblico completo: ravvedersi prima e poi credere. Eppure il vangelo di Gesù si basa tutto sul ravvedimento! Anche Giovanni Battista predicava il ravvedimento, per preparare Israele alla venuta di Cristo. Il ravvedimento è assolutamente necessario alla salvezza, tanto quanto lo è la fede nel Signor Gesù Cristo. Gesù disse” Bisogna nascere di nuovo”. Per nascere di nuovo si deve morire a se stessi, al proprio orgoglio. E questo si può avere soltanto attraverso la porta stretta dell’umiliazione del pentimento. Chi già appartiene al Signore è invece chiamato all’ubbidienza e alla santificazione.

“Dio comanda a tutti gli uomini che si ravvedano” (Atti 17:30-31).
Non possiamo convertirci con le nostre forze, ma possiamo ravvederci e volgerci a Cristo con fede per essere salvati. Gesù dice: “Vi è allegrezza dinanzi agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede”.

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