“poiché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.”; “Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio.” (Genesi 45:5, 8)

Le circostanze che affrontiamo ci sembrano illogiche e inopportune per noi. Nulla deve farci dubitare dell’amore di Dio per noi, né della Sua saggezza nel dirigere la nostra vita. Se i fratelli di Giuseppe non avessero agito in quel modo, egli in Egitto non ci sarebbe mai andato; è difficile pensare che avrebbe scelto di sua spontanea volontà andare in un posto come l’Egitto; i suoi sogni non li sapeva interpretare, ma quelli del faraone, sì. Se Giuseppe avesse considerato la sua esperienza alla luce degli oltraggi subiti, probabilmente avrebbe odiato i suoi fratelli. Se avesse tenuto conto del dolore, dell’umiliazione, dell’ingiustizia, se avesse interpretato la sua esperienza secondo la logica umana, poteva sfogare la propria rabbia e rifiutare i suoi fratelli. Giuseppe, invece, sapeva che sopra ogni esperienza c’era la mano del Signore che guida ogni situazione. Egli ci insegna una grande lezione: Non lamentarsi mai! Quando si dimentica che Dio è con noi, è normale poi sprofondare nella disperazione, ed essere facile preda dell’odio. Noi siamo figli di Dio, e in noi sono presenti gli stessi sentimenti che sono stati in Cristo Gesù; dobbiamo sempre far in modo che la bontà di Dio si manifesti nella nostra vita.

“…non potevano trovare alcuna occasione né alcun motivo di riprensione, perché egli era fedele e non c’era in lui alcuna mancanza da potergli rimproverare.” (Daniele 6:4)

Invece noi, oggi, non sappiamo fare la nostra parte. Siamo anche noi distratti dalle concupiscenze del mondo e dal materialismo. L’arma più forte è la tecnologia; ora è impossibile farne a meno. Mai sia si rompe o si guasta un computer o uno smartphone o la televisione…subito andiamo in depressione! E non facciamo più ciò che si faceva prima.
Daniele era sempre determinato e così concentrato nel fare ciò che era chiamato a fare; non poteva assolutamente distrarsi. Se, per esempio, leggiamo la Sua parola con il computer o con il cellulare, è impossibile rimanere concentrati, perché se un brano è lungo o se non riesci a comprendere ciò che si legge o comincia ad essere noiosa la lettura, tu sai che potresti fare altro, e all’inizio magari insisti nel voler continuare a leggere perché vuoi conoscere la Sua volontà, perché vuoi conoscere sempre più il tuo Dio, perché Lo ami, ma poi appena arriva un messaggio subito, senza pensarci due volte, chiudi la Bibbia e….buona conversazione!
È normale che poi non comprendi e non succede niente, perché non riesci a sentire la voce dello Spirito Santo. Oggi non c’è quasi più differenza tra un cristiano e un non cristiano, siamo tutti superficiali, tutti vogliamo vivere nella falsa libertà, pensiamo solo ai propri interessi, al guadagno, al proprio tornaconto. Cosa sarebbe successo se Daniele si fosse distratto e di conseguenza non fare bene ciò che stava facendo? Agli occhi dei capi e satrapi sarebbe stato trovato mancante e poteva essere rimproverato, e non sarebbe stato più degno di fiducia e diligente.
Il nostro impegno verso Dio deve essere visibile, la nostra fedeltà a Dio deve essere al primo posto, sempre! Dio si prende cura di chi è fedele e di chi Gli obbedisce, essendo figlio. Coltivare la comunione con Dio è fonte di rettitudine di fronte al mondo. Daniele non era un super uomo: era uno come noi che faceva semplicemente il suo dovere davanti a Dio e davanti agli uomini; faceva tutto per glorificare il Suo nome, ed era l’obiettivo della sua vita. Il segreto è che Daniele TEMEVA Dio. Il timore di Dio è riconoscere che dipendiamo da Lui in qualità di creature. Colui che adora Dio adotta la posizione del servo sottomesso a Lui; questo è il primo passo indispensabile dell’impegno. Temere Dio è rifiutare l’autonomia e di perseguire le inclinazioni personali, e riporre la propria fiducia in Dio. Il timore di Dio vede ogni momento come il tempo di Dio, ogni dovere come il comandamento del Signore, e ogni benedizione come il dono di Dio. Il timore di Dio rappresenta il desiderio di piacerGli. Hai timore di Dio come tu dici di avere? Il tuo cuore è sempre disposto a ubbidire al tuo Dio?
“eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, a UBBIDIRE..” (1Pietro 1:2).

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