SOLITUDINE

L’infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno…» (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.5 verso7)

Il dizionario della lingua italiana, definisce «LA SOLITUDINE» come lo stato di chi sta o vive solo. Gli studiosi definiscono la solitudine un tipico inconveniente della società contemporanea, una definizione da correggere, un morbo da debellare. Per loro la solitudine è provocata dall’isolamento, dalla mancanza di affetti e di sostegno psicologico, dal disadattamento. Le statistiche collegano la solitudine alla cattiva salute, alla depressione, al suicidio.

Noi estendiamo il concetto di solitudine affermando che è molto più di uno “stato di disadattamento”; esso è un sentimento, UN GRIDO, un gemito, un lamento, un respiro affannoso che ha origine nei recessi della nostra anima. Potete sentirlo? Il bambino abbandonato, il divorziato, la casa silenziosa, la cassetta delle lettere vuota, i giorni lunghi, le notte insonni col letto vuoto, un compleanno dimenticato, il telefono che tace, la diffidenza, la paura del domani, le ferite senza fine: «TUTTE GRIDA DI SOLITUDINE». E poi ancora… il grido della solitudine proveniente dalle case di cura fra i sospiri ed il rumore dei passi che si trascinano faticosamente; quello che parte dalle prigioni fra i pianti della vergogna e le richieste di grazia. Ecco, poi, il grido dell’anziano abbandonato perché considerato come intralcio per la famiglia e la società. E che dire del giovane che non trova ascolto all’interno della famiglia o che non riesce ad adeguarsi al conformismo dei compagni. Ed ora escludiamo il rumore del traffico e… seppur in chiave minore, arriva al nostro udito il grido della solitudine dei falliti e dei famosi, dei ricchi e dei poveri, di coloro che sono sposati e di quelli che non lo sono. Tutti, chi più e chi meno, conoscono l’entità di questo grido.

Anche nella Bibbia troviamo un personaggio che vive lo stesso stato d’animo di solitudine di Judith. Nell’Evangelo di Giovanni Cap.5 verso 7 quest’uomo afferma: «Io non ho nessuno…». Eppure stava da anni in un posto affollato ma nessuno lo vedeva, nessuno notava la sua condizione, era solo e basta. Ma ecco che un giorno ebbe un incontro straordinario che cambiò totalmente la sua vita: Gesù! Sta scritto che Gesù lo vide… ma non solo, Egli conosceva il suo stato di solitudine, sapeva del suo bisogno ed operò miracolosamente nella sua vita. Anche oggi Gesù vuole ascoltare il tuo grido, vede il tuo bisogno e conosce appieno la tua solitudine. Egli conosce… perchè l’ha vissuto. Infatti, il grido di solitudine più viscerale della storia dell’umanità viene proprio dalla croce, dal Messia: «Dio mio, Dio mio… perché mi hai abbandonato?» (Rif. Evangelo di Matteo Cap.27 verso 46) Mai un essere è stato così solo. Il Padre lo aveva abbandonato perchè Gesù in quel momento si era caricato di tutti i miei ed i tuoi peccati; ha vissuto appieno lo stato di solitudine, per riempire, in quest’oggi, col Suo amore il grande vuoto che regna dentro al tuo cuore!

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