“Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada.” (Matteo 10:38)

Parliamo un po’ della pace.
Molti si illudono quando pensano che la vita cristiana è facile, è come camminare per sempre in acque calme, e senza conflitti. È vero, Dio dona pace esteriore e lo vediamo soprattutto nell’Antico Testamento. Ma, vediamo anche che la pace esteriore non dura per sempre, e non può e non deve durare per sempre. Perché? Perché, essendo noi identici al popolo d’Israele, nella pace facciamo tutto ciò che vogliamo, cominciando a non volgere più il ringraziamento a Dio, diveniamo autosufficienti, ci rilassiamo spiritualmente e, di conseguenza, c’è un decadimento spirituale, dimentichiamo la Sua parola, non avrà più senso pregare il Signore perché si vive bene, e piano piano, passo dopo passo, ci allontaniamo dal nostro Dio, permettendo tutto ciò che è contrario alla Sua volontà. Eppure, sicuramente il Signore ha sempre suscitato in noi il desiderio di stare alla Sua presenza, di lottare sempre in preghiera anche per essere sempre pronti, ha sempre suggerito di tenere lo sguardo fisso su di Lui, ma cominciamo sempre più a ribellarci. Non facciamo mai buon uso di ciò che Dio dona. Dio vuole che come cerchiamo Lui con tutto il nostro cuore e con ardore nella guerra, così continuare a farlo nella pace. Ricordiamoci, per esempio, del re Asa che visse un periodo dove non ci fu guerra fino al trentacinquesimo anno del suo regno. Nel trentaseiesimo anno, non si appoggiò più sul Signore nonostante tutto quello che fece in passato concedendo salvezza e vittoria, ma si appoggiò sul re di Siria. Possiamo anche citare il fatto che dopo un tot numeri di anni vissuti in pace, voluto da Dio, il popolo d’Israele ritornò sempre ad agire da insensato tornando a costruire degl’idoli; è facile poi ricordarsi del Signore quando si presentano delle conseguenze per scelte sbagliate, troppo facile. Tu perché chiedi pace? Per fare che cosa? Se cerchi pace solo quella esteriore, ti devi convincere che anche tu ti comporterai come il popolo d’Israele, perché ti piace stare tranquillo ed essere rilassato, e non comprendi che la vita in realtà è e sarà sempre un combattimento. Sai cosa ti succederà? Tu sai che Dio vuole provare la tua fede, no? Quando la fame è soddisfatta, le cose vanno bene dire che si ha fede in Dio è semplicissimo. Quando ti rilassi, la prima che farai nella prova e nella lotta, è essere in panico, vorrai fuggire dal pericolo, senza alcun successo chiaramente perché perderai di sicuro agendo in questo modo, e non sarai con la pace nel tuo cuore, con la piena fiducia nel tuo Dio appoggiandoti su di Lui, e lottare con la forza che Dio stesso ti donerà.
È difficile vivere sempre per il nostro Dio, poiché si fanno sempre le stesse cose, si deve sempre rinunciare a qualcosa o, meglio, a tutto. In questa vita cristiana, per amore per Cristo, c’è sempre la sopravvivenza, e chi avrà trovato la sua vita la perderà; la tentazione consiste nell’essere attaccati alla vita cercando di evitare ciò che a noi non piace; ma è sprecato vivere per gratificare sé stessi, e solo chi perde la vita per Cristo, la troverà nella sua vera pienezza. 
Gesù è venuto a mettere spada. L’Evangelo ti conduce ad avere PACE CON DIO, e il frutto immediato del Vangelo è il conflitto in noi stessi e nei rapporti familiari. Gesù non indurrà mai alcuno a credere che Egli chiami i credenti a una vita priva di conflitti. Spesso è necessario scegliere fra Cristo e noi, fra Cristo e la famiglia. Nessun legame deve distogliere il discepolo dalla sua fedeltà verso il Signore. I costi del discepolato sono i conflitti, la discordia e l’allontanamento dalla propria famiglia. Attenzione, questo non è solo fra un credente e non, ma anche fra i credenti stessi. Facciamo un esempio: se un credente ha in cuore il desiderio di pregare, di meditare la parola di Dio, e chi gli sta vicino gli dice: “E va beh dai, lo fai dopo, non cambia nulla..sempre lo farai. Ora distraiamoci un po’, facciamo questo, facciamo una passeggiata, andiamo da qualche parte”, lui non dovrà assolutamente accontentarlo perché ha già qualcosa da fare e sa già dove andare; dev’essere l’altro che dovrà accontentare lui. Se si perde l’amicizia, se cambia il rapporto con l’altro, non ti preoccupare…l’altro non sa che si perde, e non sa trovare la gioia nel Signore. Non fate che Abramo che dovette seguire il padre fino alla sua morte e poi seguire Dio. Non ti rivolgere a Dio solo perché dona e benedice, ma solo perché sei stato riconciliato con Lui mediante Cristo Gesù, e perché Lo ami, punto. 
Credi in Dio? Ami Dio? Rinunceresti a tutto? Dimostralo.

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