IL SUO NOME SU UNA TOMBA

L’uomo muore, perde ogni forza; il mortale spira e… dov’è egli? (Giobbe 14:10) Il Salvator nostro Gesù Cristo… ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l’immortalità mediante l’Evangelo. (2 Timoteo 1:10)

IL SUO NOME SU UNA TOMBA

Carlo Mez, industriale a Basilea, attraversava, in una giornata d’inverno, il cimitero di Kònigsfelden. La neve ricopriva la maggior parte delle tombe ed impediva di leggerne le iscrizioni. Improvvisamente egli si fermò. Su una pietra tombale riparata da un abete poteva leggersi un nome, era il suo: Carlo Mez. Egli non sapeva chi potesse essere l’omonimo che riposava lì, ma che fosse così allo scoperto solo il suo nome l’impressionò molto. Dove sarei ora, diceva tra sé, se il mio corpo separato dall’anima, fosse coricato sotto questa pietra? Solo, in piedi in mezzo a quel paesaggio gelido, in quella scena di morte, riflesso del suo stato interiore, riconosceva i propri peccati, la sua indifferenza, il suo disprezzo della grazia di Dio. L’Evangelo, un tempo udito senza prestarvi attenzione, tutto ad un tratto si imponeva a lui in modo vivo e personale. Si volse verso Gesù, il Figliuolo di Dio, e ricevette nel suo cuore la certezza della propria salvezza. La sua vita dimostrò da quel momento che apparteneva a Gesù Cristo ed ebbe la gioia di servirLo fedelmente. Dio si era servito di una coincidenza per colpire l’attenzione di quell’uomo. Egli parla in svariati modi, ed a voi stessi, lettori, si è già rivolto senza dubbio molte volte. Avete saputo fermarvi, fare il punto, riconoscere il vostro stato davanti a Dio? Siete venuti a Gesù? Fatelo ora o potrebbe essere troppo tardi.

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