Viviamo un tempo molto difficile e questo non solo per le condizioni del mondo, ma ancor più per la condizione della Chiesa, per il modo di pensare e di agire di alcuni “credenti” che addirittura si vantano di essere “servi del Signore”.
Questi pseudo “servitori di Cristo” fanno a gara per spettacolizzare il loro cosidetto “servizio cristiano”.
A costo della ridicolarizzazione e banalizzazione delle cose Sacre, a costo della manipolazione delle persone semplici che hanno bisogno della Grazia di Dio e che cercano Dio con il loro cuore.
L’importante è per questi ottenere il consenso, i like, i fondi per vivere una vita che loro definiscono di successo, ma che è agli occhi di Dio squallida e vuota oltre che destinata all’inferno.
Il continuo tentativo è quello di commuovere, di emozionare, di toccare nei sentimenti ma mai quello di “trasformare” peccatori in Santi.
L’attitudine è quella di raccontare, ma non di partecipare, di vivere, di respirare e mangiare la polvere del vero servizio Cristiano
Usano le miserie della povertà, spesso incontrate in un campo di missione, le raccontano, le poetizzano, le rendono commerciali e utili per il loro misero e povero tornaconto.
Anche se non faranno mai nulla per quelli di cui parlano, ne parlano come se fossero dedicati a loro ogni giorno, in verità quei poveri, bambini e adulti, quei derelitti di cui parlano con cui scattano le foto sono per loro perfetti sconosciuti e il loro interesse reale per quelle persone è pari a zero.
Questo è uno dei peggiori peccati della nostra generazione, di quella che oggi osa definirsi Chiesa.
Io non ci sto, io non voglio cedere a questo andazzo e renderlo normale, credo ancora che non bisogna vantarsi se non nel campo di azione che Dio ci ha veramente affidato e sempre dando la Gloria a Lui.
Credo ancora che gli uomini saranno giudicati di ogni parola oziosa che avranno preferita, credo ancora che Dio siede sul trono e che ha nelle mani i destini di tutti noi, questo mi porta al timore, alla devozione, alla dipendenza dalla Sua Santa e perfetta volontà.
Usare i poveri, banalizzare e commercializzare le loro difficoltà, spettacolarizzare il nostro servizio,
andare avanti con “motti e proclami”, insegnare ai giovani a fare così, fare leva solo sulle emozioni senza più predicare “il vangelo di Dio” chiamerà su questa generazione di pseudo-credenti un severo giudizio, possiamo ignorarlo e continuare a fare le cose senza “il timore di Dio” ma davanti a noi non si prospetta un buon futuro, solo chi cammina nel Suo timore vedrà il bene, quello eterno.
Io non ci sto, e voglio invitarvi tutti a prendere atto che la situazione è drammatica, specialmente sui social, ma non senza speranza, perché è ancora vero che Dio afferma: “…se il mio popolo, sul quale è i votato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvage, io lo esaudire dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese”. (2 Cron. 7:14)
Non cerchiamo il nostro interesse, non cerchiamo l’approvazione degli uomini, predichiamo la Parola a tempo e fuor di tempo, siamo vicini al Suo ritorno dal cielo, diciamo agli uomini che senza Gesù noi non possiamo fare nulla, portiamo a mettere gli occhi su di Lui e mai su di noi, fuggiamo da chi vuole attribuirci un ruolo o capacità che non abbiamo, diciamo a tutti che quello che è in noi è frutto della sola Grazia di Dio e che se lui non rimane con noi siamo senza speranza.
Io non ci sto, lo dico, lo grido, lo predico e lo faccio senza paura, perché so che anche Dio ha detto nella Sua Parola: IO NON CI STO.
Lascia un commento